Giovedì 3 luglio
- Monument Valley –
Horseshoe Bend |
Come
al solito, lasciamo il
motel, dopo colazione, molto
presto e ci dirigiamo a sud
percorrendo la 491 e poi ad
est con la 160 lasciando il
Colorado ed entrando per una
decina di miglia nel New
Messico fino all’ingresso
del Four Corners Monument.
Si tratta del punto (l’unico
negli Usa) in cui si toccano
con i loro confini 4 stati
(Arizona, UtaH, Colorado e
New Messico). Il luogo è
gestito dal dipartimento dei
parchi della Nazione Navajo
(per cui l’annual pass non è
valido).
Classica foto a cavallo dei
4 stati, un’occhiata al
locale mercatino di prodotti
artigianali e si torna
indietro andando a prendere
la 41, rientrando nell’Utah
con la 262 e poi la 163 fino
ad arrivare a Mexican Hut
(mi sto ancora chiedendo
come fa a stare su quella
roccia).
Subito dopo ecco come
d’incanto il Far West: ci
ritroviamo a percorrere la
strada dritta, vista tante
volte in Tv e al cinema, con
curva finale che ci porta
alla Monument Valley.
Pagato l’ingresso ai Navajos
(5 $ a persona, anche qui
niente annual pass) ci
ritroviamo davanti uno
scenario veramente da
mozzafiato, visto tra
l’altro in molti film, ad
iniziare dal mitico Ombre
Rosse di John Ford.
Volevamo fare il giro della
valle con le guide Navajo e
sui loro fuoristrada, ma ci
hanno chiesto 100 $ a testa,
per cui abbiamo girato la
valle con la nostra
macchina. Percorriamo una
strada sterrata anche se in
alcune parti, specialmente
la rampa finale, veramente
dissestata, e con l’ausilio
della mappa ricevuta
all'ingresso ci vediamo
tutti gli undici punti
panoramici del percorso.
Peccato che non sia
possibile uscire dal
percorso e avvicinarsi ai
Butte... ma i Navajo hanno
stabilito così e rispettiamo
la loro scelta. Quindi ci
“accontentiamo” di goderci
la vista dei vari John Ford
Point, John Wayne Sign, dei
Butte, delle famose 3
Sisters,...etc..
aspettandoci da un momento
all’altro l’arrivo del 7°
cavalleggeri! Antonello e
Severino hanno fatto anche
un giro a cavallo.
Il tutto, nonostante la
valle si trovi a 1700 m sul
livello del mare, con un
caldo bestiale… ma ne vale
la pena.
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Nel primo pomeriggio
lasciamo la Monument Valley
e l’Utah rientrando in
Arizona (riguadagnamo l’ora
persa qualche giorno fa) e a
Kayenta prendiamo la 160 e
poi la 98 per raggiungere la
città di Page dove
pernotteremo.
Pochissimi kilometri prima
di Page ci fermiamo a
prenotare la visita per le
11.30 del giorno dopo all’Antelope
Canyon.
Prendiamo alloggio al motel
Super8 (prenotato da Moab,
più che buono) a 100 $ a
camera.
Subito dopo partiamo alla
scoperta di un'altra
bellezza assoluta anche se
poco pubblicizzata: l'Horseshoe
Bend.
Il posto si trova poco fuori
Page e non è neanche
segnalato se non quando si
arriva ad uno spiazzo
adibito a parcheggio dal
quale parte un sentiero in
salita.
Parcheggiamo la macchina,
prendiamo la scorta d’acqua
(sono le 4.30 del pomeriggio
ma fa un caldo terribile e
il sole picchia da matti) e
ci incamminiamo per questo
trail da 1.25 miles sola
andata.
Dopo la salita ci ritroviamo
praticamente nel deserto.
Fino all'ultimissimo momento
non vediamo assolutamente
nulla (gli altri cominciano
ad essere scettici) ma io
sapevo cosa avremmo trovato.
All’improvviso il baratro e
sotto una meravigliosa ansa
del Colorado River con
l'acqua di un azzurro mai
visto, quasi irreale.
Rimaniamo estasiati dal
panorama e sostiamo più di
un’ora sporgendoci il più
possibile e stando attenti a
non precipitare giù (non ci
sono parapetti) sfidandoci a
chi fa le migliori foto
(comunque non c’è nessuna
foto che renda giustizia a
questo posto… bisogna
starci).
Rientriamo a Page dove
passiamo la serata andando a
vedere (dal di fuori) anche
la diga.
Cena in un buon ristorante
con un’ottima pizza e non
solo.
Venerdì 4 luglio
- Lake Powell – Antelope
Canyon |
Come al solito ci svegliamo
presto, quindi, prima della
visita ad Antelope Canyon,
decidiamo di andare a vedere
il Lake Pawell. Passata la
diga troviamo un ingresso
con i ranger, per cui
scopriamo che il lago fa
parte del Glen Canyon
National Recreation Area e
che si estende dall’Arizona
all’Utah. L’Annual Pass ci
permette di entrare e
prendiamo la solita mappa.
Il lago anche se artificiale
non è niente male, ci sono
diversi ormeggi abbastanza
pieni (ecco perché in quasi
tutte le case della zona
oltre alle macchine c’erano
motoscafi e moto d’acqua).
E’ possibile organizzare
anche gite in barca (dicono
sia molto bella quella fino
al Natural Bridge) e anche
farsi dei bei bagni.
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Purtroppo il tempo è tiranno
e dobbiamo tornare indietro.
Arrivati a Page ci fanno
deviare in quanto è in corso
la sfilata celebrativa del 4
luglio. Ci fermiamo un
attimo: alcune macchine di
stato (polizia, vigili del
fuoco) diversi trattori e
tutti che tiravano caramelle
ai bambini.
Arriviamo all’ingresso dell’Antelope
Canyon (pagati 6 $ -
praticamente per il
parcheggio della macchhina)
alle 11.35 e quindi non
riusciamo a salire nei 6
sgangheratissimi pick up del
tour (altri 20 $), per cui
ci hanno fatto aspettare un
quarto d’ora e ci sono
venuti a prendere con un
altro pick up (con il senno
del poi è stato meglio così
perché abbiamo potuto
visitare il canyon con meno
folla, a parte l’incrocio).
La nostra simpatica guida
navajo nonché autista ci
porta al canyon percorrendo
a velocità sostenuta e direi
quasi folle 4 miglia su di
una strada (!) sterrata e
piena di sabbia facendoci
sobbalzare continuamente sui
sedili di legno del pik up.
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Ma va bene così perche lo
spettacolo che si apre ai
nostri occhi è di una
bellezza sconcertante.
Si tratta di un canyon lungo
circa 400 metri, alto tra i
40 metri e i 60 metri e
largo in media da 2 a 3
metri, con pareti
rosa-arancione levigatissime
che evocano l'immagine di
strane onde, attraverso le
quali, con il sole a picco
(ecco perché è meglio
visitarlo a mezzogiorno),
entrano fasci di luce che
illuminano il fondo
sabbioso.
La nostra guida
continuamente non faceva
altro che lanciare sabbia in
alto per farci vedere i
fasci di luce solare e
indicarci i posti migliori
per le foto, ma ogni angolo
è buono da fotografare, una
meta da non perdere
assolutamente, soprattutto
per gli amanti della
fotografia.
Inoltre, visto che si
attraversa a piedi,
finalmente una visita e una
camminata (un'ora circa) al
fresco!
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Insomma, motivi per venire a
Page ce ne sono parecchi: si
può passare alcuni giorni
tra relax, gite sul lago ed
escursioni nelle natura,
senza dimenticarsi la
centralità della sua
ubicazione rispetto ai
parchi dell'ovest.
L’unica cosa veramente
brutta è che dovunque ci si
trovi si vede la "bruttura"
della centrale elettrica
(Navajo Generating Station)
sita poco fuori
dall’abitato.
Poco prima delle 14.00
lasciamo Page direzione
Grand Canyon. |