Venerdì 4 luglio
- Grand Canyon |
Nel
tragitto, percorrendo la 89,
facciamo una piccola sosta
per mangiare dei panini , ci
imbattiamo in una tempesta
di sabbia (il tempo
progressivamente comincia a
peggiorare) e poi a Cameron
deviamo verso ovest
prendendo la 64 che ci
porterà direttamente nel
Grand Canyon (South Rim)
entrando dalla Est Entrance
Station. Passiamo il Deset
View e il Navajo Point e ci
fermiamo al Lipan Point
(2243 m). Fa freddino e tira
vento.
Percorriamo un largo
sentiero in discesa fino al
punto panoramico e ci
imbattiamo per la prima
volta nell’immensità…
All’inizio del sentiero ci
sono un paio di bancarelle
con prodotti tipici dei
Navajo, ci fermiamo per
un’occhiatina. Decidiamo di
continuare dritto sulla
strada (tra l’altro bella e
panoramica) fino al Grand
Canyon Village dove
arriviamo alle 6 del
pomeriggio. Speranzosi
cerchiamo alloggio con
l’intenzione di passare la
sera nel Canyon. Niente da
fare… tutto pieno.
Non ci scoraggiamo (!) e ci
dirigiamo verso Tusayan, la
prima cittadina appena dopo
l’ingresso meridionale del
parco. Anche qui tutto
pieno, ma ci consigliano di
dirigerci verso il motel
Grand Canyon Inn (a circa 40
Km) che dovrebbe avere
ancora camere libere. Non
essendo possibile prenotare
per telefono ci fidiamo del
consiglio e ci precipitiamo
verso il motel sperando
nella nostra buona stella…
altrimenti ci toccherà
andare fino a Williams
(quasi 100 KM).
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Arriviamo alla reception e
proprio le persone dinanzi a
noi prendono l’ultima
camera. Ahi!!! Però il
ragazzo del motel ci dice
che ci sono ancora camere
disponibili in un vecchio
motel, gestito sempre da
loro, dall’altra parte della
strada. Non è il plus ultra
però a 52 $ a camera ci si
può stare, anche perché dopo
mezz’ora ecco che si accende
il cartello "No Vacancy".
Quanti ne abbiamo visti
andare fino a Williams!
Oramai buio mangiamo nel
ristorante annesso al motel
(ottima cena e ottime
bistecche).
Piccola considerazione: è il
4 luglio, tre anni fa io e
Antonietta, nella stessa
ora, ci trovavamo a New York
a goderci i fuochi
d’artificio sull’Hudson...
Sabato 5 luglio
- Grand Canyon –
Phoenix |
Sveglia all’alba,
ripartiamo, ci fermiamo a
fare colazione a Tusayan e
alle 7.30 siamo al Grand
Canyon Village (5 o 6 lodge,
diversi ristoranti, un
distributore di benzina, una
stazione ferroviaria e 3
linee degli autobus,
insomma, una vera e propria
città). Pioviggina
leggermente e c’è poca
gente.
Prendiamo la navetta rossa
che percorre l’Hermits Rest
Route(strada in salita che
porta verso ovest) aperta,
purtroppo, solo fino a Hopi
Point. Spendiamo quasi tutta
la mattinata girando a piedi
ed in shuttle tra un view
point e l'altro (Powell
Point, Maricopa Point e
Trailview Overlook)
ammiriamo questa meraviglia
della natura (da Hopi Point
si vede anche il Colorado
River).
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Le viste sono veramente
molto belle ma il canyon,
purtroppo, rimane lontano e
si riesce appena ad intuirne
la grandezza e la
maestosità... sembra perfino
troppo vasto quasi
dispersivo.
In più, non essendoci il
sole, i colori non sono così
stupefacenti come
immaginavamo. Insomma c’è un
po’ di delusione ma comunque
resta l’emozione di esserci.
L’ideale sarebbe scendere in
fondo, ma la “camminata” è
impegnativa e tra l’altro
gli americani sconsigliano
di fare l’escursione in una
sola giornata e noi non
abbiamo tanto tempo a
disposizione.
Altra soluzione sarebbe il
giro in elicottero (tra
l’altro si prende a Tusayan)
ma Antonietta, così come gli
altri, non se la sente… ieri
sera ne è caduto uno.
Dopo l’Hermits Rest Route
prendiamo la Village Route
(shuttle blu) fino a Mather
Point e qui addio a pace e
tranquillità:
affollatissimo, con gli
immancabili giapponesi
(sempre in giacca e
cravatta) impegnatissimi a
fare miriadi di foto
ciascuno e sempre nei punti
migliori tanto che bisogna
fare la fila e aspettare che
se ne vadano per poter
vedere qualcosa.
Prendiamo anche la Kaibab
Trail Route (shuttle verde)
fino allo South Kaibab
Trailhead e allo Yaki Point.
Qui è decisamente più
tranquillo e così possiamo
goderci il panorama
dall'ultimo punto panoramico
prima di ripartire.
Lasciamo
il Grand Canyon e sempre
sulla 64, direzione Sud,
raggiungiamo Williams.
Da lì percorriamo alcuni
tratti della mitica Route 66
(la più famosa strada
americana – anche se ormai
in disuso – che collega
Chicago a Los Angeles) fin
dopo Flagstaff.
Decidiamo di spingerci circa
50 Km più a Est per
raggiungere il Meteor
Crater.
Poco prima di entrare (15 $
a testa) ricomincia a
piovere.
La visita è stata una
delusione, secondo me non
vale assolutamente il
biglietto d'ingresso.
Torniamo sui nostri passi,
quindi a Flagstaff da dove
prendiamo la 17 direzione
sud fino a Phoenix, la
capitale dell’Arizona, e
come recita la targa
automobilistica lo stato del
Grand Canyon e dei “cactus”.
Ma dove sono questi cactus?
Finalmente poco prima di
Black Canyon City a circa 50
miglia da Phoenix eccoli!
Prima radi poi sempre più
fitti e sempre più alti…
L’area in cui sorge Phoenix
è conosciuta come la “Valle
del Sole” e noi impariamo
presto a capire il perché:
fa un caldo boia con una
umidità pazzesca.
La città non è un gran che:
sette grattacieli (downtown)
contornati da quartieri
industriali ed immensi
depositi, con alcuni
quartieri residenziali
eleganti come Scottsdale.
Arriviamo alle 19.30 e
prendiamo alloggio al motel
Super8 al limite della
downtown (appena
sufficiente) per 73 $ la
camera. La stanza è bella e
spaziosa, ma non funziona il
frigo bar e purtroppo
neanche la macchinetta del
ghiaccio (ce ne lamentiamo
alla reception e in tarda
serata l’aggiustano).
Ci ritroviamo a passeggiare,
ormai buio, per le vie del
centro con un senso di
appiccicaticcio addosso
dovuto all’elevata umidità.
Passiamo dinanzi la famosa
università dell’Arizona e
arriviamo (all’altezza del
5° strada… anche qui!) in un
complesso con negozi
attraenti, ristorantini per
tutti i gusti (noi mangiamo
in quello messicano), tutti
immancabilmente con
nebulizzatori di umidità…
praticamente passeggiavamo
sotto una leggera,
piacevolissima e
rinfrescante nuvola d’acqua.
Poi tutti a nanna. |