Sabato 28 giugno
- Death Valley – Las
Vegas |
Sveglia
alle 6.00, colazione
all’interno della reception
e poi via direzione Death
Valley. Fa caldo,
rimpiangiamo le temperature
di San Francisco, ma che
gusto c’è a visitare la
“valle della morte” con il
fresco?
Lasciata Ridgecrest passiamo
per Trona, cittadina(!) con
cave di zolfo, qualche
fabbrica e quattro case
(squallida), e entriamo
nella valle. Sono le 9.30 e
la temperatura è già
impressionante 45 gradi.
Dappertutto si vedono
cartelli che invitano a
spegnere l’aria condizionata
delle macchine per evitare
di fondere il motore…
fatelo, 1 perché è vero e 2
perché così è più facile
acclimatarsi scendendo in
continuazione per visitare i
posti.
Raggiungiamo Stovepipe
Wells, quattro case si ma
con 2 negozi e un albergo
con tanto di piscina! (mi
chiedo chi ci viene a
villeggiare… eppure
l’albergo e la piscina sono
frequentate).
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Fatto provvista di acqua
fresca e panini, e dopo aver
fatto la foto di rito sotto
il cartello che indica lo
stesso livello del mare,
proseguiamo. Subito dopo ci
facciamo forza e, nonostante
il caldo, fermiamo la
macchina e raggiungiamo le
Sand Dunes. Sono uno
spettacolo, sabbia fine,
chiara, quasi bianca, sembra
di stare nel Sahara. E’
incantevole camminarci
sopra.
Lasciate le dune proseguiamo
direzione Fornace Creck.
Ci fermiamo al Death Valley
Museum, lo visitiamo (ci
sono reperti e foto che
illustrano la storia della
Death Valley) e nel contempo
ci allietiamo della sua aria
condizionata.
E’ mezzogiorno e siamo
oramai a 48 gradi, e sulla
strada principale che va
verso Badwater Basin,
visitiamo il Golden Canyon.
Parcheggiata la macchina
facciamo il trail per metà
strada circa ma il caldo si
fa sentire per cui,
confortati anche dal fatto
che chi sta tornando
indietro ci dice che oltre
non c’è niente di diverso da
quello visto finora,
torniamo indietro anche noi.
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Stravolti dal caldo
continuiamo, passando per il
Devils Golf Course (il campo
da golf del diavolo,
un’immensa distesa di sale
veramente impressionante),
raggiungendo Badwater Basin,
il punto più basso di tutti
gli Stati Uniti con i suoi
85,5 metri sotto il livello
del mare.
Passeggiamo su questa
immensa depressione… sembra
di essere sulla luna. Oramai
i gradi sono 50, ci stiamo
squagliando… ma siamo forti
e ritorniamo indietro.
Percorriamo l’Artist drive,
si tratta di una strada a
loop asfaltata, lunga una
decina di miglia, che si
affaccia direttamente su
rocce assolutamente
fantastiche fino ad arrivare
all’apoteosi dell’artist
palette (davvero
imperdibile).
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Ritornati sulla 190 giriamo
a destra e dopo pochi
Kilometri arriviamo a
Zabriskie Point dove le
rocce hanno un colore
diverso da tutto il resto
della valle (giallognole e
bianche)… spettacolo puro!
Ormai, in pieno pomeriggio e
veramente affaticati dal
caldo, decidiamo di saltare
il Dante’s view e
percorrendo la 190 in
direzione est, lasciamo la
meravigliosa Death Valley e
la California e entriamo nel
Nevada.
Percorriamo chilometri tra
sabbia e roccia e poi, in
pieno deserto (un’isola in
mezzo al nulla), alle 6,30
ecco Las Vegas.
Andiamo subito sulla Strip,
la strada principale
(l’unica importante, un
enorme viale a 6 corsie
lungo più di 5 km) per
renderci conto della città,
veramente caotica e fuori da
ogni immaginazione… siamo in
America!
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Subito dopo siamo all’Emeral
Suit Cameron, hotel
prenotato dall’Italia a 2
fermate d’autobus dalla
Strip, (per noi un
appartamentino con 2 camere
da letto, cucina, bagno e
salone x 5 posti letto, il
tutto 178 $ per 2 notti,
praticamente 12 € a notte
per persona).
Bagno rinfrescante in
piscina e poi cena
all’interno del casinò del
vicino albergo (conviene
mangiare nei casinò… si paga
un fisso – noi 15 $ - e si
può mangiare di tutto e
quanto si vuole a buffet).
Dopo cena con un taxi
raggiungiamo l’Hotel
Bellagio da dove iniziamo la
visita della Strip notturna.
Rimaniamo affascinati dallo
spettacolo dei giochi
d’acqua musicali offerti dal
Bellagio.
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filmato 1 |
filmato 2 |
scarica i filmati dei
giochi d'acqua del Bellagio |
La Strip è affollatissima (è
sabato sera) e noi
girovaghiamo attratti dalle
miriadi di luci e dalle
architetture ardite. Las
Vegas è una città
incredibile, è un vero e
proprio parco di
divertimento per adulti con
alberghi pazzeschi, casinò e
divertimenti di ogni genere
e per ogni gusto.
La musica, le luci, la folla
e il perenne rumore delle
macchinette da gioco non ci
abbandonano mai, si trovano
anche nei supermercati, nei
negozi e anche nelle camere
d’albergo. Contrariamente a
quanto avviene nel resto
degli Stati Uniti a Las
Vegas si può bere per strada
e fumare nei locali, proprio
come un vero paese dei
balocchi moderno.
Alle 2 di notte non ce la
facciamo più, rientriamo in
albergo con l’intenzione di
visitare la maggior parte
degli alberghi il giorno
dopo (del resto c’è questo
da vedere).
Domenica 29
giugno - Las
Vegas |
Sveglia con calma e alle
9.00 siamo pronti a visitare
Vegas, i suoi alberghi e i
suoi casinò. Fa già molto
caldo oltre i 40 gradi.
Iniziamo il tour dall’MGM
(quello di Ocean's Eleven
per intenderci, con
all’esterno un gigantesco
leone dorato), poi il New
York New York (con la
riproduzione dei più famosi
grattacieli di Manhattan, la
Statua della Libertà, il
ponte di Brooklin). Il giro
continua con l’Excalibur
(l’hotel delle fiabe
costruito come un castello
medievale con ponte levatoio
e torri merlate), il Luxor
(struttura a Piramide con
all’interno una grandissima
Hall in stile egizio e
l’immancabile Sfinge), di
nuovo il Bellagio (ci
gustiamo di nuovo i giochi
d’acqua che vengono eseguiti
ogni mezzora di giorno e
ogni quarto d'ora la sera).
Poi quello che ci ha
impressionato di più è il
Venetian (riproduzione di
Venezia con il campanile di
piazza San Marco, il ponte
di Rialto, il Palazzo
Ducale, la ricostruzione dei
canali con annessi i
gondolieri che portano i
turisti in giro cantando
anche alcune canzoni in
italiano, il tutto con il
soffitto che riproduce il
cielo prossimo al tramonto).
Il Caesars Palace (ispirato
a Roma con tanto di Colosseo
e di Fontana di Trevi,
bellissima hall), Il Paris
(con la sua Torre Eiffel e
l'Arco di Trionfo),
l’Aladdin (il desert passage
e i suoi negozietti) e il
Mirage (con lo spettacolo
dell'eruzione vulcanica).
Quello che hanno in comune
tutti questi alberghi (oltre
al kitch) e che per
raggiungere la hall e le
camere bisogna passare per
forza in mezzo ai casinò tra
le slot machines e i tavoli
da gioco. A Las Vegas ogni
particolare è studiato per
portare le persone a
giocare.
Per fare degli esempi: il
rumore dei casinò è studiato
per spingere a giocare, la
totale assenza di finestre e
di orologi serve a far
perdere completamente la
percezione del tempo. E
anche noi qualche dollaro lo
abbiamo giocato.
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Siamo riusciti anche a
visitare il famoso Outlet di
Vegas il Belz Factory Outlet
World, un immenso centro
commerciale a 3 miglia a sud
del Luxor dove si più
acquistare, a prezzi di
fabbrica, o quasi… noi
abbiamo fatto un discreto
shopping.
In conclusione l’attrazione
principale della città,
oltre il gioco d’azzardo, è
quella di entrare e uscire
da tutti i principali hotel
lungo la Strip, (attenzione
però a quando si esce dagli
alberghi - almeno in questo
periodo - l'aria
condizionata all'interno è
impostata a 18 gradi,
mentre all'esterno è di 48
gradi, una vera mazzata!).
Inoltre, lungo la Strip c'è
molta gente, tantissimi
turisti... e tantissimi
figuri con dei bigliettini
di carta in mano (delle
striscette "strip",
appunto....) che vi offrono,
sbattendo i biglietti sul
palmo aperto della mano,
l'ingresso ai vari locali di
spogliarello, ma d'altronde
siamo nella città del
peccato!
Nell’America un po’
“bacchettona” Las Vegas
rappresenta un’oasi dove
tutto è permesso e dico
veramente tutto!
Da domani si tornerà nella
natura! |
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