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.:: (2008) - Death Valley - Las Vegas

 
Sabato 28 giugno - Death Valley – Las Vegas

Sveglia alle 6.00, colazione all’interno della reception e poi via direzione Death Valley. Fa caldo, rimpiangiamo le temperature di San Francisco, ma che gusto c’è a visitare la “valle della morte” con il fresco?
Lasciata Ridgecrest passiamo per Trona, cittadina(!) con cave di zolfo, qualche fabbrica e quattro case (squallida), e entriamo nella valle. Sono le 9.30 e la temperatura è già impressionante 45 gradi. Dappertutto si vedono cartelli che invitano a spegnere l’aria condizionata delle macchine per evitare di fondere il motore… fatelo, 1 perché è vero e 2 perché così è più facile acclimatarsi scendendo in continuazione per visitare i posti.
Raggiungiamo  Stovepipe Wells, quattro case si ma con 2 negozi e un albergo con tanto di piscina! (mi chiedo chi ci viene a villeggiare… eppure l’albergo e la piscina sono frequentate).

Fatto provvista di acqua fresca e panini, e dopo aver fatto la foto di rito sotto il cartello che indica lo stesso livello del mare, proseguiamo. Subito dopo ci facciamo forza e, nonostante il caldo, fermiamo la macchina e raggiungiamo le Sand Dunes. Sono uno spettacolo, sabbia fine, chiara, quasi bianca, sembra di stare nel Sahara. E’ incantevole camminarci sopra.
Lasciate le dune proseguiamo direzione Fornace Creck.
Ci fermiamo al Death Valley Museum, lo visitiamo (ci sono reperti e foto che illustrano la storia della Death Valley) e nel contempo ci allietiamo della sua aria condizionata.
E’ mezzogiorno e siamo oramai a 48 gradi, e sulla strada principale che va verso  Badwater Basin, visitiamo il Golden Canyon. Parcheggiata la macchina facciamo il trail per metà strada circa ma il caldo si fa sentire per cui, confortati anche dal fatto che chi sta tornando indietro ci dice che oltre non c’è niente di diverso da quello visto finora, torniamo indietro anche noi.

Stravolti dal caldo continuiamo, passando per il Devils Golf Course (il campo da golf del diavolo, un’immensa distesa di sale veramente impressionante), raggiungendo Badwater Basin,  il punto più basso di tutti gli Stati Uniti con i suoi 85,5 metri sotto il livello del mare.
Passeggiamo su questa immensa depressione… sembra di essere sulla luna. Oramai i gradi sono 50, ci stiamo squagliando… ma siamo forti e ritorniamo indietro. Percorriamo l’Artist drive, si tratta di una strada a loop asfaltata, lunga una decina di miglia, che si affaccia direttamente su rocce assolutamente fantastiche fino ad arrivare all’apoteosi dell’artist palette (davvero imperdibile).

Ritornati sulla 190 giriamo a destra e dopo pochi Kilometri arriviamo a Zabriskie Point dove le rocce hanno un colore diverso da tutto il resto della valle (giallognole e bianche)… spettacolo puro! Ormai, in pieno pomeriggio e veramente affaticati dal caldo, decidiamo di saltare il Dante’s view e percorrendo la 190 in direzione est, lasciamo la meravigliosa Death Valley e la California e entriamo nel Nevada.
Percorriamo chilometri tra sabbia e roccia e poi, in pieno deserto (un’isola in mezzo al nulla), alle 6,30 ecco Las Vegas.
Andiamo subito  sulla Strip, la strada principale (l’unica importante, un enorme viale a 6 corsie lungo più di 5 km) per renderci conto della città, veramente caotica e fuori da ogni immaginazione… siamo in America!

Subito dopo siamo all’Emeral Suit Cameron, hotel prenotato dall’Italia a 2 fermate d’autobus dalla Strip, (per noi un appartamentino con 2 camere da letto, cucina, bagno e salone x 5 posti letto, il tutto 178 $ per 2 notti, praticamente 12 € a notte per persona).  

Bagno rinfrescante in piscina e poi cena all’interno del casinò del vicino albergo (conviene mangiare nei casinò… si paga un fisso – noi 15 $ - e si può mangiare di tutto e quanto si vuole a buffet).
Dopo cena con un taxi raggiungiamo l’Hotel Bellagio da dove iniziamo la visita della Strip notturna. Rimaniamo affascinati dallo spettacolo dei giochi d’acqua musicali offerti dal Bellagio.

filmato 1 filmato 2

scarica i filmati dei giochi d'acqua del Bellagio

La Strip è affollatissima (è sabato sera) e noi girovaghiamo attratti dalle miriadi di luci e dalle architetture ardite. Las Vegas è una città incredibile, è un vero e proprio parco di divertimento per adulti con alberghi pazzeschi, casinò e divertimenti di ogni genere e per ogni gusto.

La musica, le luci, la folla e il perenne rumore delle macchinette da gioco non ci abbandonano mai, si trovano anche nei supermercati, nei negozi e anche nelle camere d’albergo. Contrariamente a quanto avviene nel resto degli Stati Uniti a Las Vegas si può bere per strada e fumare nei locali, proprio come un vero paese dei balocchi moderno.
Alle 2 di notte non ce la facciamo più, rientriamo in albergo con l’intenzione di visitare la maggior parte degli alberghi il giorno dopo (del resto c’è questo da vedere).

Domenica 29 giugno - Las Vegas

Sveglia con calma e alle 9.00 siamo pronti a visitare Vegas, i suoi alberghi e i suoi casinò. Fa già molto caldo oltre i 40 gradi.
Iniziamo il tour dall’MGM (quello di Ocean's Eleven per intenderci, con all’esterno un gigantesco leone dorato), poi il New York New York (con la riproduzione dei più famosi grattacieli di Manhattan, la Statua della Libertà, il ponte di Brooklin). Il giro continua con l’Excalibur (l’hotel delle fiabe costruito come un castello medievale con ponte levatoio e torri merlate), il Luxor (struttura a Piramide con all’interno una grandissima Hall in stile egizio e l’immancabile Sfinge), di nuovo il Bellagio (ci gustiamo di nuovo i giochi d’acqua che vengono eseguiti ogni mezzora di giorno e ogni quarto d'ora la sera).

Poi quello che ci ha impressionato di più è il Venetian (riproduzione di Venezia con il campanile di piazza San Marco, il ponte di Rialto, il Palazzo Ducale, la ricostruzione dei canali con annessi i gondolieri che portano i turisti in giro cantando anche alcune canzoni in italiano, il tutto con il soffitto che riproduce il cielo prossimo al tramonto).

Il Caesars Palace (ispirato a Roma con tanto di Colosseo e di Fontana di Trevi, bellissima hall), Il Paris (con la sua Torre Eiffel e l'Arco di Trionfo), l’Aladdin (il desert passage e i suoi negozietti) e il Mirage (con lo spettacolo dell'eruzione vulcanica).
Quello che hanno in comune tutti questi alberghi (oltre al kitch) e che per raggiungere la hall e le camere bisogna passare per forza in mezzo ai casinò tra le slot machines e i tavoli da gioco. A Las Vegas ogni particolare è studiato per portare le persone a giocare.

Per fare degli esempi: il rumore dei casinò è studiato per spingere a giocare, la totale assenza di finestre e di orologi serve a far perdere completamente la percezione del tempo. E anche noi qualche dollaro lo abbiamo giocato.

Siamo riusciti anche a visitare il famoso Outlet di Vegas il Belz Factory Outlet World, un immenso centro commerciale a 3 miglia a sud del Luxor dove si più acquistare, a prezzi di fabbrica, o quasi… noi abbiamo fatto un discreto shopping.
In conclusione l’attrazione principale della città, oltre il gioco d’azzardo, è quella di entrare e uscire da tutti i principali hotel lungo la Strip, (attenzione però a quando si esce dagli alberghi - almeno in questo periodo -   l'aria condizionata all'interno è impostata a  18 gradi, mentre all'esterno è di 48 gradi, una vera mazzata!).
Inoltre, lungo la Strip c'è molta gente, tantissimi turisti... e tantissimi figuri con dei bigliettini di carta in mano (delle striscette "strip", appunto....) che vi offrono, sbattendo i biglietti sul palmo aperto della mano, l'ingresso ai vari locali di spogliarello,  ma d'altronde siamo nella città del peccato!
Nell’America un po’ “bacchettona” Las Vegas rappresenta un’oasi dove tutto è permesso e dico veramente tutto!
Da domani si tornerà nella natura!

 

 

 

 
 

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