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.:: (2005) - New York

 

Sabato 2 luglio – New York

Ora che siamo fissi a New York iniziamo la vera visita della città. Con la metropolitana (veramente efficiente, per niente pericolosa e con la possibilità di fare sia il biglietto giornaliero che quello settimanale e poter prendere la metro tutte le volte che si vuole) raggiungiamo la parte sud di manhattan e precisamente Battery Park da dove prendiamo (dopo una lunga ma scorrevole fila) il battello per Liberty Island dov’è la statua della Libertà (14$). 10 minuti di tragitto ed eccoci: bella affascinante è il simbolo di New York. Da lì si vede uno spettacolo veramente incredibile di manhattan (peccato non ci sono più le torri gemelle). In cima non siamo potuti andare in quanto dall’”11 settembre” è vietato. Riprendiamo il battello ed approdiamo a Ellis Island, altra piccola isola della baia dove si trovava all'inizio del secolo scorso la dogana per la quale passavano tutti gli immigrati che venivano in America e dove rimanevano in quarantena. 
Visitiamo il suo museo (interessante) e poi di nuovo battello e ritorniamo a Battery Park. 

Iniziamo rigorosamente a piedi a risalire verso Nord passando per Wall Street (non siamo entrati nella borsa ma ci siamo fatti la classica foto con il “toro” suo simbolo).

Poi visitiamo Trinity Church, chiesa gotica immersa nei grattacieli che la circondano. Arriviamo al “Ground Zero” (credevo sinceramente che fosse più grande) e subito mi vengono in mente le immagini dell’11 settembre. Lungo la cancellata ci sono cartelloni che riportano i nomi delle vittime e la cronologia dell’attentato.

Fa pensare la grande croce fatta con travi di ferro… il raccoglimento viene spontaneo.

Proprio dinanzi al Graund Zero c’è “Century21”, grande magazzino in cui si spende molto bene ed Antonietta non ha perso l’occasione (ce l’ha consigliato il nostro amico Marco Boemi – andate a vedere i suoi consigli sullo shopping a New York) .

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Dopo quasi 2 ore di shopping usciamo dal grande magazzino ed entriamo nella chiesa accanto al Graund Zero in cui si sono svolte le cerimonie religiose per l’11 settembre (all’interno ci sono ancora i segni di quei giorni). Proseguiamo fino alla City Hall e poi percorriamo avanti ed indietro il ponte di Brooklin (faticoso sia perché è lunghissimo e sia perché fa un caldo boia, ma valeva la pena… è stupendo con il suo passaggio pedonale e con i suoi tiranti).

Riprendiamo la metro ma non andiamo in albergo, scendiamo dopo 2 fermate e ci immergiamo in Soho (South of Houston) nei suoi negozi e gallerie. Puntiamo anche sul quartiere di TriBeCa pieno di ristoranti ed artisti vari.
Stanchi decidiamo di tornare in albergo. Appena rinfrancati riusciamo, prendiamo di nuovo la metro e scendiamo alla 34 st e raggiungiamo l’Empire State Building.

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Sono le otto di sera, c’è ancora il sole, ma quando arriviamo in cima (dopo 2 ore di fila, prima fuori, poi dentro per fare il biglietto ed infine per prendere l’ascensore) all’84 piano è notte piena. Lo spettacolo è grandioso… tutta manatthan illuminata, è veramente impressionante.

Domenica 3 luglio – New York

Appuntamento alle 8 del mattino con Alessandro e sua moglie Pina (conosciuti durante il tour) per andare ad Harlem (a nord di Central Park) che raggiungiamo in metro. Vogliamo vedere una cerimonia religiosa con i gosphel (era una delle cose che assolutamente non volevamo perdere), ma senza andare nelle chiese che organizzano il tutto solo per turisti con la complicità dei portieri d’albergo. 
Scendiamo alla 125 st (si nota subito che siamo ad Harlem, l’aspetto è completamente diverso, niente grattacieli e essendo i soli bianchi in giro eravamo sotto l’attenzione di tutti). Entriamo nella “Bethany Baptist Church” (gli avventisti del 7° giorno) e chiediamo se poteva assistere alla cerimonia, ci dicono di si. In prossimità della funzione iniziano ad arrivare i fedeli vestiti di tutto punto e quasi tutti di bianco. Inizia la funzione e comincia uno spettacolo incredibile, emozionante e pieno di fascino. Canti stupendi e pieni di fervore. Ci fanno anche un canto di benvenuto in nostro onore come ospiti della chiesa (oltre a noi c’erano altri 2 italiani e alcuni francesi). Tutto molto bello. Siamo contenti di esserci stati, purtroppo non ci è stato consentito di fare alcuna foto. Lasciamo Harlem e portiamo i nostri amici a “Century21” (dall’altro capo di manhattan).  Salutiamo i nostri amici e sempre con la metro raggiungiamo la 77 st ad est di Central Park per andare al negozio della Ralph Lorean (purtroppo chiuso). 

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Da lì scendiamo lungo la Lexington Av e raggiungiamo la 5 Av. Vediamo il famoso Plaza Hotel e poi i tanti negozi delle marche più famose… Nike, Levi's, Sony, IBM, Tiffany (alcuni dei quali visto la domenica erano chiusi), gli incredibili Disney e Warner Bross Store e la Trump Tower. 
Sul lato desto della 5 Av, in mezzo ai grattacieli si erge la più grande cattedrale cattolica degli USA: “St. Patrick Cathedral” con le sue bellezze architettoniche (le porte di bronzo, il baldacchino, l’organo, il rosone centrale ecc.). 

Quasi dinanzi alla cattedrale c’è il Rockfeller Center (complesso di 12 edifici pieno di negozi, con al centro una piazza con una fontana e con tante bandiere).

Ormai quasi sera ci dirigiamo verso Ovest e ci rituffiamo in Times Square fino a tardi.

Lunedì 4 luglio – New York

Mattina dedicata alla visita di Central Park il “giardino” della città con i suoi laghetti artificiali, i suoi graziosi ponti ed archi che collegano i circa 90 Km di viottoli, sentieri e viali del parco.
Iniziamo dal grande laghetto (Roservoir) nella zona nord del parco (il sentiero che lo circonda è pieno di persone che corrono a piedi ed in bicicletta, tutti rigorosamente in senso antiorario, e si, ci sono i segnali di obbligo di sensi di marcia –solo noi andavamo in senso contrario ma camminavamo). 
Lasciato il lago passeggiamo in lungo ed in largo per questo polmone verde della grande mela.

Sembra impossibile che poco distante c’è una città frenetica e che all’interno del parco niente più rumori solo uccelli e papere. Si possono scorgere molto frequentemente gli scoiattoli, ci sono numerosi laghetti artificiali, estesi sentieri, teatro, due piste da pattinaggio, parchi giochi per bambini, prati utilizzati per numerosi sport. Lungo i suoi sentieri e viali, specialmente nei fine settimana, quando è vietato il transito alle auto, ci sono persone che fanno jogging, pattinatori a rotelle e ciclisti (i pedoni hanno il semaforo per attraversare, la precedenza è dei ciclisti). E poi tanti newyorkesi che prendono il sole… un vero paradiso della natura. Bisogna starci perché le immagini televisive non rendono a pieno l’idea della sua bellezza.

Naturalmente non ci siamo persi “Strawbery Fields”, il giardino dedicato a Johon Lennon (abitava proprio di fronte) con il piccolo rosone nascosto nella vegetazione costruito in sua memoria.
Lasciamo il Central Park e torniamo sulla 5 Av per vedere Tiffany e Disney Store (il giorno prima erano chiusi). Poi di nuovo al Century 21 (Antonietta ogni giorno si ricorda di comperare qualcosa) ed infine andiamo a visitare Little Italy (delusione… praticamente è rimasta una sola strada lunga tre isolati piena di ristoranti italiani). Si sente parlare italiano ma si è completamente circondati da Chinatown.
Qui tutto è scritto con ideogrammi, ci sono pagode, mercati che vendono pesce e verdure "strane" su ogni marciapiede, negozietti che espongono merce più disparata pieni di gente… frenesia assoluta… ci si sente immersi veramente in cina anche perché la sola lingua che si sente è quella cinese.
Alle 7 torniamo in albergo perché abbiamo appuntamento con Alessandro e Pina per vedere insieme i “fuochi del 4 luglio” (li fanno vicinissimo al nostro albergo).

Ci incamminiamo a sud del palazzo dell’ONU dinanzi l’Est River ed insieme a migliaia di persone attendiamo i fuochi che preceduti da passaggi dei elicotteri e giochi d’acqua dei vigili del fuoco, iniziano alle 8.00 in punto e durano mezz’ora abbondante senza alcuna interruzione (bellissimi). Poi per defluire ci sono volute due ore.

Martedì 5 luglio – New York

Ultimo giorno a New York, lo dedichiamo principalmente allo shopping anche se continuiamo a girare per manhattan il lungo ed in largo (benedetta metropolitana).

Non ci facciamo mancare la visita a Macy’s, il negozio più grande del mondo dedicato all’abbigliamento e agli accessori, passeggiamo per Madison Square e la Brodway fino a raggiungere la Fifth Avenue all’incrocio della quale sorge il Flatiron Building con la sua caratteristica pianta triangolare a forma di ferro da stiro che fu all’epoca della sua costruzione il più alto del mondo. Raggiungiamo Greenwich Village (il “Village”) quartiere molto giovanile e Whashington Square.
Torniamo verso Times Square e facciamo gli ultimi acquisti (anche a seguito di messaggi dell’ultimora dall’Italia).
Nel pomeriggio torniamo in albergo dove ritiriamo le valigie e raggiungiamo il vicino Central Terminal dinanzi il quale prendiamo l’autobus di linea (comodo e vantaggioso economicamente) che con poco meno di un’ora ci porta al JFK Airport.

Attendiamo con pazienza il nostro volo della British che ci porterà a Londra (sperando che questa volta la valigia arrivi). Ci imbarchiamo oramai sera e lasciamo l’America con la speranza di tornare di nuovo.

Mercoledì 6 luglio – New York - Londra - Roma

Il viaggio (7 ore circa) passa velocemente (dormivamo). Arriviamo a Londra dove girovaghiamo per l’aeroporto per circa 4 ore in attesa di imbarcarci per Roma dove arriviamo nel primo pomeriggio.
La valigia fortunatamente arriva con noi (per tutto quello che è successo all'andata vedremo cosa ne dirà l'assicurazione...)
Fine di un viaggio sognato da tempo e finalmente realizzato.

 

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