Sabato 2 luglio
– New York |
Ora
che siamo fissi a New York
iniziamo la vera visita
della città. Con la
metropolitana (veramente
efficiente, per niente
pericolosa e con la
possibilità di fare sia il
biglietto giornaliero che
quello settimanale e poter
prendere la metro tutte le
volte che si vuole)
raggiungiamo la parte sud di
manhattan e precisamente
Battery Park da dove
prendiamo (dopo una lunga ma
scorrevole fila) il battello
per Liberty Island dov’è la
statua della Libertà (14$).
10 minuti di tragitto ed
eccoci: bella affascinante è
il simbolo di New York. Da
lì si vede uno spettacolo
veramente incredibile di
manhattan (peccato non ci
sono più le torri gemelle).
In cima non siamo potuti
andare in quanto dall’”11
settembre” è vietato.
Riprendiamo il battello ed
approdiamo a Ellis Island,
altra piccola isola della
baia dove si trovava
all'inizio del secolo scorso
la dogana per la quale
passavano tutti gli
immigrati che venivano in
America e dove rimanevano in
quarantena.
Visitiamo il suo museo
(interessante) e poi di
nuovo battello e ritorniamo
a Battery Park.
Iniziamo rigorosamente a
piedi a risalire verso Nord
passando per Wall Street
(non siamo entrati nella
borsa ma ci siamo fatti la
classica foto con il “toro”
suo simbolo).
Poi visitiamo Trinity
Church, chiesa gotica
immersa nei grattacieli che
la circondano. Arriviamo al
“Ground Zero” (credevo
sinceramente che fosse più
grande) e subito mi vengono
in mente le immagini dell’11
settembre. Lungo la
cancellata ci sono
cartelloni che riportano i
nomi delle vittime e la
cronologia dell’attentato.
Fa pensare la grande croce
fatta con travi di ferro… il
raccoglimento viene
spontaneo.
Proprio dinanzi al Graund
Zero c’è “Century21”, grande
magazzino in
cui si spende molto bene ed
Antonietta non ha perso
l’occasione (ce
l’ha consigliato il nostro
amico Marco Boemi – andate a
vedere i suoi consigli sullo
shopping a New York) .
Dopo quasi 2
ore di shopping usciamo dal
grande magazzino ed entriamo
nella chiesa accanto al Graund Zero in cui si sono
svolte le cerimonie
religiose per l’11 settembre
(all’interno ci sono ancora
i segni di quei giorni).
Proseguiamo fino alla City
Hall e poi percorriamo
avanti ed indietro il ponte
di Brooklin (faticoso sia
perché è lunghissimo e sia
perché fa un caldo boia, ma
valeva la pena… è stupendo
con il suo passaggio
pedonale e con i suoi
tiranti).
Riprendiamo la metro ma non
andiamo in albergo,
scendiamo dopo 2 fermate e
ci immergiamo in Soho (South
of Houston) nei suoi negozi
e gallerie.
Puntiamo anche sul quartiere
di TriBeCa pieno di
ristoranti ed artisti vari.
Stanchi decidiamo di tornare
in albergo. Appena
rinfrancati riusciamo,
prendiamo di nuovo la metro
e scendiamo alla 34 st e
raggiungiamo l’Empire State
Building.
Sono le otto di sera, c’è
ancora il sole, ma quando
arriviamo in cima (dopo 2
ore di fila, prima fuori,
poi dentro per fare il
biglietto ed infine per
prendere l’ascensore) all’84
piano è notte piena. Lo
spettacolo è grandioso…
tutta manatthan illuminata,
è veramente impressionante.
Domenica 3 luglio
– New York |
Appuntamento alle 8 del
mattino con Alessandro e sua
moglie Pina (conosciuti
durante il tour) per andare
ad Harlem (a nord di Central
Park) che raggiungiamo in
metro. Vogliamo vedere una
cerimonia religiosa con i
gosphel (era una delle cose
che assolutamente non
volevamo perdere), ma senza
andare nelle chiese che
organizzano il tutto solo
per turisti con la
complicità dei portieri
d’albergo.
Scendiamo alla 125 st (si
nota subito che siamo ad
Harlem, l’aspetto è
completamente diverso,
niente grattacieli e essendo
i soli bianchi in giro
eravamo sotto l’attenzione
di tutti). Entriamo nella “Bethany
Baptist Church” (gli
avventisti del 7° giorno) e
chiediamo se poteva
assistere alla cerimonia, ci
dicono di si. In prossimità
della funzione iniziano ad
arrivare i fedeli vestiti di
tutto punto e quasi tutti di
bianco. Inizia la funzione e
comincia uno spettacolo
incredibile, emozionante e
pieno di fascino. Canti
stupendi e pieni di fervore.
Ci fanno anche un canto di
benvenuto in nostro onore
come ospiti della chiesa
(oltre a noi c’erano altri 2
italiani e alcuni
francesi). Tutto molto bello. Siamo
contenti di esserci stati,
purtroppo non ci è stato
consentito di fare alcuna
foto.
Lasciamo Harlem e portiamo i
nostri amici a “Century21”
(dall’altro capo di
manhattan).
Salutiamo i nostri amici e
sempre con la metro
raggiungiamo la 77 st ad est
di Central Park per andare
al negozio della Ralph
Lorean (purtroppo chiuso).
Da lì scendiamo lungo la
Lexington Av e raggiungiamo
la 5 Av. Vediamo il famoso
Plaza Hotel e poi i tanti
negozi delle marche più
famose… Nike, Levi's, Sony,
IBM, Tiffany (alcuni dei
quali visto la domenica
erano chiusi), gli
incredibili Disney e Warner
Bross Store e la Trump Tower.
Sul lato desto della 5 Av,
in mezzo ai grattacieli si
erge la più grande
cattedrale cattolica degli
USA: “St. Patrick Cathedral”
con le sue bellezze
architettoniche (le porte di
bronzo, il baldacchino,
l’organo, il rosone centrale
ecc.).
Quasi dinanzi alla
cattedrale c’è il Rockfeller
Center (complesso di 12
edifici pieno di negozi, con
al centro una piazza con una
fontana e con tante
bandiere).
Ormai quasi sera ci
dirigiamo verso Ovest e ci
rituffiamo in Times Square
fino a tardi.
Lunedì 4 luglio
– New York |
Mattina dedicata alla visita
di Central Park il
“giardino” della città con i
suoi laghetti artificiali, i
suoi graziosi ponti ed archi
che collegano i circa 90 Km
di viottoli, sentieri e
viali del parco.
Iniziamo dal grande laghetto
(Roservoir) nella zona nord
del parco (il sentiero che
lo circonda è pieno di
persone che corrono a piedi
ed in bicicletta, tutti
rigorosamente in senso
antiorario, e si, ci sono i
segnali di obbligo di sensi
di marcia –solo noi andavamo
in senso contrario ma
camminavamo).
Lasciato il lago passeggiamo
in lungo ed in largo per
questo polmone verde della
grande mela.
Sembra impossibile che poco
distante c’è una città
frenetica e che all’interno
del parco niente più rumori
solo uccelli e papere. Si
possono scorgere molto
frequentemente gli
scoiattoli, ci sono numerosi
laghetti artificiali, estesi
sentieri, teatro, due piste
da pattinaggio, parchi
giochi per bambini, prati
utilizzati per numerosi
sport. Lungo i suoi sentieri
e viali, specialmente nei
fine settimana, quando è
vietato il transito alle
auto, ci sono persone che
fanno jogging, pattinatori a
rotelle e ciclisti (i pedoni
hanno il semaforo per
attraversare, la precedenza
è dei ciclisti). E poi tanti
newyorkesi che prendono il
sole… un vero paradiso della
natura. Bisogna starci
perché le immagini
televisive non rendono a
pieno l’idea della sua
bellezza.
Naturalmente non ci siamo
persi “Strawbery Fields”, il
giardino dedicato a Johon
Lennon (abitava proprio di
fronte) con il piccolo
rosone nascosto nella
vegetazione costruito in sua
memoria.
Lasciamo il Central Park e
torniamo sulla 5 Av per
vedere Tiffany e Disney
Store (il giorno prima erano
chiusi). Poi di nuovo al
Century 21 (Antonietta ogni
giorno si ricorda di
comperare qualcosa) ed
infine andiamo a visitare
Little Italy (delusione…
praticamente è rimasta una
sola strada lunga tre
isolati piena di ristoranti
italiani). Si sente parlare
italiano ma si è
completamente circondati da
Chinatown.
Qui tutto è scritto con
ideogrammi, ci sono pagode,
mercati che vendono pesce e
verdure "strane" su ogni
marciapiede, negozietti che
espongono merce più
disparata pieni di gente…
frenesia assoluta… ci si
sente immersi veramente in
cina anche perché la sola
lingua che si sente è quella
cinese.
Alle 7 torniamo in albergo
perché abbiamo appuntamento
con Alessandro e Pina per
vedere insieme i “fuochi del
4 luglio” (li fanno
vicinissimo al nostro
albergo).
Ci incamminiamo a sud del
palazzo dell’ONU dinanzi
l’Est River ed insieme a
migliaia di persone
attendiamo i fuochi che
preceduti da passaggi dei
elicotteri e giochi d’acqua
dei vigili del fuoco,
iniziano alle 8.00 in punto
e durano mezz’ora abbondante
senza alcuna interruzione
(bellissimi). Poi per
defluire ci sono volute due
ore.
Martedì 5 luglio
– New York |
Ultimo giorno a New York, lo
dedichiamo principalmente
allo shopping anche se
continuiamo a girare per
manhattan il lungo ed in
largo (benedetta
metropolitana).
Non ci facciamo mancare la
visita a Macy’s, il negozio
più grande del mondo
dedicato all’abbigliamento e
agli accessori, passeggiamo
per Madison Square e la
Brodway fino a raggiungere
la Fifth Avenue all’incrocio
della quale sorge il
Flatiron Building con la sua
caratteristica pianta
triangolare a forma di ferro
da stiro che fu all’epoca
della sua costruzione il più
alto del mondo.
Raggiungiamo Greenwich
Village (il “Village”)
quartiere molto giovanile e
Whashington Square.
Torniamo verso Times Square
e facciamo gli ultimi
acquisti (anche a seguito di
messaggi dell’ultimora
dall’Italia).
Nel pomeriggio torniamo in
albergo dove ritiriamo le
valigie e raggiungiamo il
vicino Central Terminal
dinanzi il quale prendiamo
l’autobus di linea (comodo e
vantaggioso economicamente)
che con poco meno di un’ora
ci porta al JFK Airport.
Attendiamo con pazienza il
nostro volo della British
che ci porterà a Londra
(sperando che questa volta
la valigia arrivi). Ci
imbarchiamo oramai sera e
lasciamo l’America con la
speranza di tornare di
nuovo.
Mercoledì 6
luglio – New
York - Londra - Roma |
Il viaggio (7 ore circa)
passa velocemente
(dormivamo). Arriviamo a
Londra dove girovaghiamo per
l’aeroporto per circa 4 ore
in attesa di imbarcarci per
Roma dove arriviamo nel
primo pomeriggio.
La valigia fortunatamente
arriva con noi (per tutto
quello che è successo
all'andata vedremo cosa ne
dirà l'assicurazione...)
Fine di un viaggio sognato
da tempo e finalmente
realizzato. |