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.:: (2010) - Monte Nebo - Madaba

 

Martedì 20 luglio – ...Mar Morto - Amman

Dagli 800 metri di altitudine di Amman scendiamo, direzione sud-ovest, fino a raggiungere il livello del mare e poi tuffarci fino a -390 metri del Mar Morto e a mano a mano che scendiamo di altitudine il caldo si fa sentire sempre più.
Josef  ci porta in una spiaggia privata attrezzata (con tanto di bazar, bar, ristorante e piscina) e lì facciamo la nostra prima esperienza con la famosa acqua salata del Mar Morto e la sua capacità di galleggiamento. Ebbene si galleggia veramente, anzi e difficile (e anche sconsigliabile) andare sott’acqua e l’acqua è calda, densa e oleosa tant’è vero che nuotando a dorso (lo stile libero mi risultava molto difficile da praticare) alcune gocce mi sono andate negli occhi e sono dovuto subito uscire per pulirmi per via del bruciore intenso (figuratevi se si hanno dei taglietti sulla pelle!).

Dopo più di due ore tra acqua salata, piscina e bazar, lasciamo lo “stabilimento balneare” e facciamo un giro sulle sponde del Mar Morto o Mare di Lot (come lo chiamano gli arabi) per vedere le “saline” (sponde scogliose formate da sale), la “moglie di Lot” (formazione rocciosa che sembra per l'appunto una statua di sale) la fine del canyon Mujib (la parte alta la vedremo il giorno dopo) e le sorgenti calde di Hammamat Ma’in.

Come ogni buon tour che si rispetta, Josef  ci porta in un grande negozio dove, dopo aver bevuto il the offerto, le donne del gruppo hanno comperato creme e saponi del Mar Morto. Infine rientriamo ad Amman in tempo per la cena.

Mercoledì 21 luglio – M. Nebo–Madaba–Umm Ar-Rasas–Petra

Appuntamento alle ore 8.00 per iniziare il viaggio verso sud che ci porterà a Petra. Si aggiungono al gruppo altre 5 persone (2 liguri e 3 napoletani)… siamo in 16.
Prima tappa Monte Nebo, luogo da cui si dice che Mosè vide per la prima volta la Terra Promessa ma non raggiunse perché lì morì e fu sepolto, anche se la sua tomba non fu mai ritrovata. Arriviamo poco prima delle 10.00.

La posizione panoramica è magnifica, spazia dal Mar Morto alla valle del Giordano e (come indica un cartello con gli orientamenti e le distanze) nelle giornate limpide si può vedere anche Gerusalemme. Purtroppo la chiesa memoriale era chiusa per restauro e abbiamo potuto vedere solo una ricostruzione del bel mosaico del suo interno.

Da vedere anche la croce con il serpente che ricorda la presenza di Mosè.
Questo luogo, che è il luogo sacro più riverito in Giordania, è diventato ancora più famoso dopo la visita nel 2000, anno del giubileo, di Papa Giovanni Paolo II che vi piantò un ulivo in segno di pace.

Sosta in un negozio-laboratorio per la lavorazione dei mosaici e poi dopo poco più di mezz'ora di viaggio arriviamo alla nostra seconda tappa: Madaba “la città dei Mosaici”.

E’ così detta perché decine e decine di mosaici risalenti al V/VII secolo abbelliscono le chiese e le case di Madaba.

Noi visitiamo la chiesa greco-ortodossa di San Giorgio famosa per il suo splendido mosaico bizantino risalente al VI secolo che rappresenta una particolareggiata carta geografica dei principali siti menzionati dalla Bibbia, dal Libano all’Egitto, con al centro la città di Gerusalemme.

Il mosaico con i suoi 2 milioni di tessere di pietra colorata per una dimensione originaria di 25 x 5 metri in buona parte ancora visibili, illustra con impressionante precisione colline, valli e città fino al delta del Nilo.

Finita la visita ci fermiamo, dinanzi la chiesa di San Giorgio, per mangiare un gustosissimo kebab e passeggiamo nel centro cittadino pieno di negozi e di bazar.
Ripartiamo e dopo ¾ d’ora circa ci fermiamo per ammirare il panorama offerto dalla parte alta, che si apre a partire dalla strada dei Re, del Wady Mujib che altro non è che un profondo canyon che termina nel Mar Morto (la fine vista ieri).

Sempre a sud di Madaba visitiamo lo scavo archeologico di Umm er-Rasas.

Identificata come Mefaa (città citata sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento) si tratta di un grande insediamento romano cinto da mura rettangolari, per lo più ridotta in rovine tra cui però spiccano alcuni archi (belli) e quattro chiese, una addossata all’altra.

La visita delle chiese è facilitata da una passerella che permette di ammirare da vicino i vari mosaici in  esse contenuti. Il più importante è senza dubbio quello della chiesa di Santo Stefano che raffigura 15 grandi città della Terra Santa su entrambe le sponde del Giordano.

Nel 2004 Umm al-Rasās è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Terminata la visita decidiamo (su suggerimento di Josef) di saltare la visita (fotografica) della fortezza di Karak in modo da arrivare a Petra nel tardo pomeriggio ma in tempo per chi lo voleva (ha aderito tutto il gruppo) per effettuare la visita di Petra di notte. Per cui raggiunta di nuovo l’autostrada del deserto puntiamo decisamente a sud (tranne una sosta “tecnica”) per raggiungere Petra.

Poco prima della nostra meta facciamo una piccola sosta fotografica (recuperando quindi quella di Karak) al castello di Shawbak, conosciuto come "Krak di Montreal".

Costruito dai crociati, nel 1115, sulla cima di una collina, il castello fu la prima fortezza della Transgiordania che tra l’altro resistette per 18 mesi all’assedio del Saladino.

Subito dopo, facendo una strada panoramica, animata da asini e cammelli e vedendo già qualcosa che ci richiama i Nabatei, alle 19.00 arriviamo a Petra e con nostra grande soddisfazione scopriamo che il nostro albergo il Guest House Hotel (più che buono) era letteralmente adiacente il sito.

Appena il tempo di fare una veloce cena e alle 8.30 siamo pronti per la visita notturna di Petra (è possibile effettuarla solo il mercoledì, il giovedì e il sabato). Sappiamo che è prettamente turistica ma noi siamo turisti, per cui non ci facciamo mancare niente.

Pagati 8 dinari a testa, si parte (più di trecento persone). Decidiamo di rimanere indietro e goderci la passeggiata notturna. Il sito comprende una strada iniziale molto ampia di circa 500 metri, poi il Siq (un canyon stretto con pareti alte fino a 200 metri) lungo 1.200 metri, e la città vera è propria che inizia con il “Tesoro” (Al Khazneh) e si sviluppa per circa altri 2.300 metri per un totale di 4 Km. La visita notturna prevede l’arrivo fino al Tesoro e ritorno.

Attraversiamo il Siq, illuminato a tratti dalla luna oltre che dalle tante candele che indicano il percorso, in silenzio (o quasi). Dopo circa mezz’ora si sente un continuo “Oohhh” di stupore e ammirazione: tra le rocce del siq compare in tutta la sua maestosità, illuminato dalla luna e da circa 2000 candele, Al Khazneh (praticamente la meta del nostro viaggio in Giordania). E’ uno spettacolo mozzafiato. Poi i beduini, che avevano preparato tantissime stuoie per permettere ai turisti di sedersi, ci hanno intrattenuto con uno spettacolo musicale offrendo tra l’altro a tutti i partecipanti un buon the.

Alle 22.30 torniamo in albergo con la voglia di arrivare presto all’indomani per poterci godere “La città nascosta”.

 

 

 

 
 
 

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