Martedì 20 luglio
– ...Mar Morto -
Amman |
Dagli 800 metri di
altitudine di Amman
scendiamo, direzione
sud-ovest, fino a
raggiungere il livello del
mare e poi tuffarci fino a
-390 metri del Mar Morto e a
mano a mano che scendiamo di
altitudine il caldo si fa
sentire sempre più.
Josef ci porta in una
spiaggia privata attrezzata
(con tanto di bazar, bar,
ristorante e piscina) e lì
facciamo la nostra prima
esperienza con la famosa
acqua salata del Mar Morto e
la sua capacità di
galleggiamento. Ebbene si
galleggia veramente, anzi e
difficile (e anche
sconsigliabile) andare sott’acqua
e l’acqua è calda, densa e
oleosa tant’è vero che
nuotando a dorso (lo stile
libero mi risultava molto
difficile da praticare)
alcune gocce mi sono andate
negli occhi e sono dovuto
subito uscire per pulirmi
per via del bruciore
intenso (figuratevi se si
hanno dei taglietti sulla
pelle!).
Dopo più di due ore tra
acqua salata, piscina e
bazar, lasciamo lo
“stabilimento balneare” e
facciamo un giro sulle
sponde del Mar Morto o Mare
di Lot (come lo chiamano gli
arabi) per vedere le
“saline” (sponde scogliose
formate da sale), la “moglie
di Lot” (formazione rocciosa
che sembra per l'appunto una
statua di sale) la fine del
canyon Mujib (la parte alta
la vedremo il giorno dopo) e
le sorgenti calde di
Hammamat Ma’in.
Come ogni buon tour che si
rispetta, Josef ci porta in
un grande negozio dove, dopo
aver bevuto il the offerto,
le donne del gruppo hanno
comperato creme e saponi del
Mar Morto. Infine rientriamo
ad Amman in tempo per la
cena.
Mercoledì 21 luglio
– M. Nebo–Madaba–Umm
Ar-Rasas–Petra |
Appuntamento alle ore 8.00
per iniziare il viaggio
verso sud che ci porterà a
Petra. Si aggiungono al
gruppo altre 5 persone (2
liguri e 3 napoletani)…
siamo in 16.
Prima tappa Monte Nebo,
luogo da cui si dice che
Mosè vide per la prima volta
la Terra Promessa ma non
raggiunse perché lì morì e
fu sepolto, anche se la sua
tomba non fu mai ritrovata.
Arriviamo poco prima delle
10.00.
La posizione
panoramica è magnifica,
spazia dal Mar Morto alla
valle del Giordano e (come
indica un cartello con gli
orientamenti e le distanze)
nelle giornate limpide si
può vedere anche
Gerusalemme. Purtroppo la
chiesa memoriale era chiusa
per restauro e abbiamo
potuto vedere solo una
ricostruzione del bel
mosaico del suo interno.
Da
vedere anche la croce con il
serpente che ricorda la
presenza di Mosè.
Questo luogo, che è il luogo
sacro più riverito in
Giordania, è diventato
ancora più famoso dopo la
visita nel 2000, anno del
giubileo, di Papa Giovanni
Paolo II che vi piantò un
ulivo in segno di pace.
Sosta in un
negozio-laboratorio per la
lavorazione dei mosaici e
poi dopo poco più di
mezz'ora di viaggio
arriviamo alla nostra
seconda tappa: Madaba “la
città dei Mosaici”.
E’ così detta perché decine
e decine di mosaici
risalenti al V/VII secolo
abbelliscono le chiese e le
case di Madaba.
Noi visitiamo la chiesa
greco-ortodossa di San
Giorgio famosa per il suo
splendido mosaico bizantino
risalente al VI secolo che
rappresenta una
particolareggiata carta
geografica dei principali
siti menzionati dalla
Bibbia, dal Libano
all’Egitto, con al centro la
città di Gerusalemme.
Il mosaico con i suoi 2
milioni di tessere di pietra
colorata per una dimensione
originaria di 25 x 5 metri
in buona parte ancora
visibili, illustra con
impressionante precisione
colline, valli e città fino
al delta del Nilo.
Finita la visita ci
fermiamo, dinanzi la chiesa
di San Giorgio, per mangiare
un gustosissimo kebab e
passeggiamo nel centro
cittadino pieno di negozi e
di bazar.
Ripartiamo e dopo ¾ d’ora
circa ci fermiamo per
ammirare il panorama offerto
dalla parte alta, che si
apre a partire dalla strada
dei Re, del Wady Mujib che
altro non è che un profondo
canyon che termina nel Mar
Morto (la fine vista ieri).
Sempre a sud di Madaba
visitiamo lo scavo
archeologico di Umm er-Rasas.
Identificata come Mefaa
(città citata sia nel
Vecchio che nel Nuovo
Testamento) si tratta di un
grande insediamento romano
cinto da mura rettangolari,
per lo più ridotta in rovine
tra cui però spiccano alcuni
archi (belli) e quattro
chiese, una addossata
all’altra.
La visita delle chiese è
facilitata da una passerella
che permette di ammirare da
vicino i vari mosaici in
esse contenuti. Il più
importante è senza dubbio
quello della chiesa di Santo
Stefano che raffigura 15
grandi città della Terra
Santa su entrambe le sponde
del Giordano.
Nel 2004 Umm al-Rasās è
stato inserito nell'elenco
dei Patrimoni dell'umanità
dell'UNESCO.
Terminata la visita
decidiamo (su suggerimento
di Josef) di saltare la
visita (fotografica) della
fortezza di Karak in modo da
arrivare a Petra nel tardo
pomeriggio ma in tempo per
chi lo voleva (ha aderito
tutto il gruppo) per
effettuare la visita di
Petra di notte. Per cui
raggiunta di nuovo
l’autostrada del deserto
puntiamo decisamente a sud
(tranne una sosta “tecnica”)
per raggiungere Petra.
Poco prima della nostra meta
facciamo una piccola sosta
fotografica (recuperando
quindi quella di Karak) al
castello di Shawbak,
conosciuto come "Krak di
Montreal".
Costruito dai crociati, nel
1115, sulla cima di una
collina, il castello fu la
prima fortezza della
Transgiordania che tra
l’altro resistette per 18
mesi all’assedio del
Saladino.
Subito dopo, facendo una
strada panoramica, animata
da asini e cammelli e
vedendo già qualcosa che ci
richiama i Nabatei,
alle 19.00 arriviamo a Petra e con
nostra grande soddisfazione
scopriamo che il nostro
albergo il Guest House Hotel
(più che buono) era
letteralmente adiacente il
sito.
Appena il tempo di fare una
veloce cena e alle 8.30
siamo pronti per la visita
notturna di Petra (è
possibile effettuarla solo
il mercoledì, il giovedì e
il sabato). Sappiamo che è
prettamente turistica ma noi
siamo turisti, per cui non
ci facciamo mancare niente.
Pagati 8 dinari a testa, si
parte (più di trecento
persone). Decidiamo di
rimanere indietro e goderci
la passeggiata notturna. Il
sito comprende una strada
iniziale molto ampia di
circa 500 metri, poi il Siq
(un canyon stretto con
pareti alte fino a 200 metri)
lungo 1.200 metri, e la
città vera è propria che
inizia con il “Tesoro” (Al Khazneh) e si sviluppa per
circa altri 2.300 metri per
un totale di 4 Km. La visita
notturna prevede l’arrivo
fino al Tesoro e ritorno.
Attraversiamo il Siq,
illuminato a tratti dalla
luna oltre che dalle tante
candele che indicano il
percorso, in silenzio (o
quasi). Dopo circa mezz’ora
si sente un continuo “Oohhh”
di stupore e ammirazione:
tra le rocce del siq compare
in tutta la sua maestosità,
illuminato dalla luna e da
circa 2000 candele, Al
Khazneh (praticamente la
meta del nostro viaggio in
Giordania). E’ uno
spettacolo mozzafiato. Poi i
beduini, che avevano
preparato tantissime stuoie
per permettere ai turisti di
sedersi, ci hanno
intrattenuto con uno
spettacolo musicale offrendo
tra l’altro a tutti i
partecipanti un buon the.
Alle 22.30 torniamo in
albergo con la voglia di
arrivare presto all’indomani
per poterci godere “La città
nascosta”.
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