Venerdì 23 luglio
– ... Wadi Rum |
Finalmente arriviamo
all’altra tappa che più ci
affascinava quando abbiamo
progettato il viaggio in
Giordania: la “Valle della
Luna” così è soprannominato
il deserto del Wadi Rum,
famoso tra l’altro per le
imprese di Lawrence d’Arabia
durante la prima guerra
mondiale e location del film
interpretato da Omar Sharif.
Arrivati al visitor center
saliamo su tre fuoristrada
4x4 non propriamente
nuovissimi, guidati da
beduini poco più che
maggiorenni.
Ci addentriamo su questo
vasto altipiano percorrendo
una pista che corre tra dune
di sabbia di vari colori che
vanno dal rosso intenso al
rosa, all’arancione e al
bianco, e tra svettanti
formazioni rocciose e
montagne di pietra arenaria
scolpite nel tempo
dall’erosione del vento che
danno al paesaggio un
magnifico aspetto lunare.
Facciamo una prima sosta
salendo su una collinetta
dalla quale si riesce a
spaziare l’orizzonte in
tutte le direzioni
(affascinante).
Risaliamo sui fuoristrada e
Josef si mette alla guida
del nostro e decide (bontà
sua) di iniziare a fare dei
continui fuoripista salendo
e scendendo in continuazione
da alcune dune per poi
fermarsi alla base di una
formazione rocciosa sulla
quale vediamo delle
incisioni rupestri
(petroglifi) raffiguranti
figure maschili, femminili,
scene di caccia e animali
vari.
Continuando nei continui
fuoripista arriviamo ad una
stretta gola dove facciamo
sosta in una tenda beduina
(con i soliti souvenir) dove
tra l’altro e come al solito
ci offrono del the.
All’inizio della gola ci
sono delle rocce su cui è
raffigurato il volto di
Lawrence d’Arabia da giovane
e da vecchio. Dinanzi la
gola c’è un’alta duna di
sabbia rossa che alcuni di
noi si avventurano nello
scalare.
Passate le 2 ore di trail,
arriviamo nel campo tendato
di Hillawi Camp dove
pranziamo. Nel primo
pomeriggio salutiamo Josef e
gli altri componenti del
gruppo che rientrano chi ad
Amman e chi al Mar Morto,
mentre io, Antonietta,
Daniela, Valeria e Cristiano
rimaniamo a dormire nel
campo.
Passiamo il pomeriggio nel
campo ad oziare e facendo la
conoscenza di “Capitan
Lucchetto”, il capoccia del
campo soprannominato così da
noi perché ha tutto lui in
mano, tant’è vero che per
prendere una bottiglietta
d’acqua deve venire per
forza lui, con il suo
camicione bianco, per
aprire il lucchetto del
frigo la cui chiave è ben
salda sulla sua cintura.
Alle sei ci viene a prendere
Ibrahim con i suoi
dromedari, aiutato da un
ragazzo, per portarci tutti
e cinque a spasso nel
deserto.
Non è che sia molto comodo
andare sui dromedari per noi
che non siamo abituati. Il salire su di essi non è
affatto semplice, in quanto
il dromedario prima si alza
con le zampe posteriori e
poi con quelle anteriori e
viceversa per farvi
scendere, dando dei
strattoni non indifferenti,
per cui bisogna sorreggersi
con grande energia.
Se poi ti capita uno come
quello di Antonietta che ad
ogni arbusto sterzava
violentemente per mangiare…
Dopo una passeggiata di
circa 1 ora arriviamo ad una
tenda (la “casa” di Ibrahim)
a ridosso di una formazione
rocciosa. Ibrahim, che è di
origine sudanese, ci
intrattiene offrendoci il
the che lui stesso prepara
dinanzi a noi fino a che il
sole inizia a tramontare.
Poi ci fa salire su un punto
particolare della roccia per
assistere ad uno spettacolo
nello spettacolo: il
tramonto rosso sul deserto
rosso.
Ci stendiamo sulle rocce è
rimaniamo ad ammirare il
sole che pian piano sparisce
dietro le montagne facendoci
vedere un panorama che
cambia colore in
continuazione... veramente
affascinante nell’assoluto
silenzio!
Rientriamo nell’accampamento
e troviamo tanti turisti, ma
non tutti dormiranno
nell’accampamento come noi,
molti sono arrivati solo per
la cena nel deserto.
Ci mettiamo in fila per il
buffet quando, con nostra
sorpresa, uno dei beduini ci
dice di accomodarci al
nostro tavolo che per noi,
visto che avevamo anche
pranzato lì, c’era un menu
diverso!? E con nostra
grande e piacevole sorpresa
ci portano un enorme
cosciotto di montone
arrosto… ottimo!!!
Il dopo cena è stato
veramente piacevole,
partecipando a danze tipiche
(guarda
il filmato) e poi, una
volta terminata la musica,
siamo usciti dal campo e ci
siamo seduti su di una duna
ad ammirare in assoluto
silenzio il cielo e le
stelle.
Sensazione piacevolissima.
Poi, stanchissimi, tutti a
nanna. Dimenticavo, niente
sacchi a pelo ma un vero e
proprio letto, per quanto
riguarda le lenzuola
stendiamo un velo pietoso.
Sabato 24 luglio
– Aqaba - Mar Morto |
Sveglia all’alba (almeno per
me e Antonietta) per due
motivi: uno, non troviamo
gente ai bagni e due ci
godiamo il sorgere del sole
sul deserto.
Ci facciamo il solito
nescafè e siamo pronti per
partire. Infatti alle 8.00
ci viene a prendere Omar con
il suo monovolume e ci
dirigiamo verso Aqaba che
raggiungiamo dopo circa
un’ora.
Aqaba, capoluogo
dell’omonimo governatorato,
è situato sul Mar Rosso,
l’unico sbocco al mare della
Giordania per cui, oltre ad
avere un porto commerciale è
anche una città turistica.
Noi ci dirigiamo subito in
spiaggia e passiamo la
mattina ad oziare e a farci
il bagno nel Mar Rosso (Sharm
el Sheik è un’altra cosa).
La cosa che più colpisce
però è che dinanzi a noi
vedevamo Israele (Eliat) e
l’Egitto (penisola del
Sinai) e a sinistra vedevamo
l’Arabia Saudita Lasciata la
spiaggia a mezzogiorno, ci
facciamo un giro in macchina
per la città. Niente di
trascendentale, anzi non c'è
piaciuta per niente.
Poi prendiamo la Desert
Higway che collega
direttamente Aqaba ad Amman.
Viaggiando verso nord
costeggiamo il confine con
Israele e, dopo una sosta in
un punto di ristoro,
arriviamo al Mar Morto alle
quattro del pomeriggio.
Dopo una breve visita ad un
altro emporio per acquistare
alcuni prodotti, prendiamo
alloggio al Dead Sea Spa
Hotel (ottimo). Appena
pronti, nonostante il gran
caldo, di corsa in spiaggia
(privata dell’hotel) per
riprovare quella strana
sensazione di
“galleggiamento”.
Arrivati in spiaggia
facciamo conoscenza con
l’altra pratica comune a
tutti quelli che vanno nel
Mar Morto: i fanghi.
Ricchi di minerali, spalmati
su tutto il corpo compreso
il viso, si dice che abbiano
proprietà curative.
Quindi, da dei contenitori a
disposizione dei clienti,
prendiamo questo fango
nerissimo e tutti e cinque
ce lo spargiamo su tutto il
corpo. Dopo una ventina di
minuti, il tempo necessario
affinché il fango si secchi,
tutti in acqua.
Sensazione piacevolissima di
caldo e galleggiamento.
Nessuna voglia di uscire per
cui rimaniamo in “ammollo”
fino a sera. Assistiamo
anche ad un bellissimo
tramonto con tanti riflessi
rossi sull’acqua, veramente
incantevole.
Domenica 25 luglio
– Mar Morto - Roma |
Ultimo giorno in questa
bella terra. Alle 8.30
lasciamo l’Hotel e andiamo
direttamente all’aeroporto
da dove in perfetto orario
alle 11.15, con il volo RJ
101, e arriviamo a Roma alle
14.00.
Dopo questo viaggio ci
portiamo nel cuore la
stupenda Petra e
l’incantevole deserto rosso.
Nessun racconto, anche se
minuzioso, può rendere
giustizia a questi luoghi…
bisogna esserci! |