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.:: (2010) - Wadi Rum - Mar Morto

 

Venerdì 23 luglio – ... Wadi Rum

Finalmente arriviamo all’altra tappa che più ci affascinava quando abbiamo progettato il viaggio in Giordania: la “Valle della Luna” così è soprannominato il deserto del Wadi Rum, famoso tra l’altro per le imprese di Lawrence d’Arabia durante la prima guerra mondiale e location del film interpretato da Omar Sharif. Arrivati al visitor center saliamo su tre fuoristrada 4x4 non propriamente nuovissimi, guidati da beduini poco più che maggiorenni.

Ci addentriamo su questo vasto altipiano percorrendo una pista che corre tra dune di sabbia di vari colori che vanno dal rosso intenso al rosa, all’arancione e al bianco, e tra svettanti formazioni rocciose e montagne di pietra arenaria scolpite nel tempo dall’erosione del vento che danno al paesaggio un magnifico aspetto lunare. Facciamo una prima sosta salendo su una collinetta dalla quale si riesce a spaziare l’orizzonte in tutte le direzioni (affascinante).

Risaliamo sui fuoristrada e Josef si mette alla guida del nostro e decide (bontà sua) di iniziare a fare dei continui fuoripista salendo e scendendo in continuazione da alcune dune per poi fermarsi alla base di una formazione rocciosa sulla quale vediamo delle incisioni rupestri (petroglifi) raffiguranti figure maschili, femminili, scene di caccia e animali vari.

Continuando nei continui fuoripista arriviamo ad una stretta gola dove facciamo sosta in una tenda beduina (con i soliti souvenir) dove tra l’altro e come al solito ci offrono del the. All’inizio della gola ci sono delle rocce su cui è raffigurato il volto di Lawrence d’Arabia da giovane e da vecchio. Dinanzi la gola c’è un’alta duna di sabbia rossa che alcuni di noi si avventurano nello scalare.

Passate le 2 ore di trail, arriviamo nel campo tendato di Hillawi Camp dove pranziamo. Nel primo pomeriggio salutiamo Josef e gli altri componenti del gruppo che rientrano chi ad Amman e chi al Mar Morto, mentre io, Antonietta, Daniela, Valeria e Cristiano rimaniamo a dormire nel campo.

Passiamo il pomeriggio nel campo ad oziare e facendo la conoscenza di “Capitan Lucchetto”, il capoccia del campo soprannominato così da noi perché ha tutto lui in mano, tant’è vero che per prendere una bottiglietta d’acqua deve venire per forza lui, con il suo camicione bianco,  per aprire il lucchetto del frigo la cui chiave è ben salda sulla sua cintura.

Alle sei ci viene a prendere Ibrahim con i suoi dromedari, aiutato da un ragazzo, per portarci tutti e cinque a spasso nel deserto. Non è che sia molto comodo andare sui dromedari per noi che non siamo abituati. Il salire su di essi non è affatto semplice, in quanto il dromedario prima si alza con le zampe posteriori e poi con quelle anteriori e viceversa per farvi scendere, dando dei strattoni non indifferenti, per cui bisogna sorreggersi con grande energia.

Se poi ti capita uno come quello di Antonietta che ad ogni arbusto sterzava violentemente per mangiare…

Dopo una passeggiata di circa 1 ora arriviamo ad una tenda (la “casa” di Ibrahim) a ridosso di una formazione rocciosa. Ibrahim, che è di origine sudanese, ci intrattiene offrendoci il the che lui stesso prepara dinanzi a noi fino a che il sole inizia a tramontare.

Poi ci fa salire su un punto particolare della roccia per assistere ad uno spettacolo nello spettacolo: il tramonto rosso sul deserto rosso.

Ci stendiamo sulle rocce è rimaniamo ad ammirare il sole che pian piano sparisce dietro le montagne facendoci vedere un panorama che cambia colore in continuazione... veramente affascinante nell’assoluto silenzio!

Rientriamo nell’accampamento e troviamo tanti turisti, ma non tutti dormiranno nell’accampamento come noi, molti sono arrivati solo per la cena nel deserto.

Ci mettiamo in fila per il buffet quando, con nostra sorpresa, uno dei beduini ci dice di accomodarci al nostro tavolo che per noi, visto che avevamo anche pranzato lì, c’era un menu diverso!? E con nostra grande e piacevole sorpresa ci portano un enorme cosciotto di montone arrosto… ottimo!!!

Il dopo cena è stato veramente piacevole,  partecipando a danze tipiche (guarda il filmato) e poi, una volta terminata la musica, siamo usciti dal campo e ci siamo seduti su di una duna ad ammirare in assoluto silenzio il cielo e le stelle.

Sensazione piacevolissima. Poi, stanchissimi, tutti a nanna. Dimenticavo, niente sacchi a pelo ma un vero e proprio letto, per quanto riguarda le lenzuola stendiamo un velo pietoso.

Sabato 24 luglio – Aqaba - Mar Morto

Sveglia all’alba (almeno per me e Antonietta) per due motivi: uno, non troviamo gente ai bagni e due ci godiamo il sorgere del sole sul deserto.

Ci facciamo il solito nescafè e siamo pronti per partire. Infatti alle 8.00 ci viene a prendere Omar con il suo monovolume e ci dirigiamo verso Aqaba che raggiungiamo dopo circa un’ora.

Aqaba, capoluogo dell’omonimo governatorato, è situato sul Mar Rosso, l’unico sbocco al mare della Giordania per cui, oltre ad avere un porto commerciale è anche una città turistica.

Noi ci dirigiamo subito in spiaggia e passiamo la mattina ad oziare e a farci il bagno nel Mar Rosso (Sharm el Sheik è un’altra cosa). La cosa che più colpisce però è che dinanzi a noi vedevamo Israele (Eliat) e l’Egitto (penisola del Sinai) e a sinistra vedevamo l’Arabia Saudita Lasciata la spiaggia a mezzogiorno, ci facciamo un giro in macchina per la città. Niente di trascendentale, anzi non c'è piaciuta per niente.

Poi prendiamo la Desert Higway che collega direttamente Aqaba ad Amman. Viaggiando verso nord costeggiamo il confine con Israele e, dopo una sosta in un punto di ristoro, arriviamo al Mar Morto alle quattro del pomeriggio.

Dopo una breve visita ad un altro emporio per acquistare alcuni prodotti, prendiamo alloggio al Dead Sea Spa Hotel (ottimo). Appena pronti, nonostante il gran caldo, di corsa in spiaggia (privata dell’hotel) per riprovare quella strana sensazione di  “galleggiamento”.

Arrivati in spiaggia facciamo conoscenza con l’altra pratica comune a tutti quelli che vanno nel Mar Morto: i fanghi.

Ricchi di minerali, spalmati su tutto il corpo compreso il viso, si dice che abbiano proprietà curative.

Quindi, da dei contenitori a disposizione dei clienti, prendiamo questo fango nerissimo e tutti e cinque ce lo spargiamo su tutto il corpo. Dopo una ventina di minuti, il tempo necessario affinché il fango si secchi, tutti in acqua.

Sensazione piacevolissima di caldo e galleggiamento.

Nessuna voglia di uscire per cui rimaniamo in “ammollo” fino a sera. Assistiamo anche ad un bellissimo tramonto con tanti riflessi rossi sull’acqua, veramente incantevole.

Domenica 25 luglio – Mar Morto - Roma

Ultimo giorno in questa bella terra. Alle 8.30 lasciamo l’Hotel e andiamo direttamente all’aeroporto da dove in perfetto orario alle 11.15, con il volo RJ 101, e arriviamo a Roma alle 14.00.

Dopo questo viaggio ci portiamo nel cuore la stupenda Petra e l’incantevole deserto rosso. 

Nessun racconto, anche se minuzioso, può rendere giustizia a questi luoghi… bisogna esserci!

 

 

 

 
 
 

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