Al mattino iniziamo la
visita guidata (la guida è
un ragazzo, non ricordo il
nome, che si rivelerà
bravissimo e simpaticissimo)
della città reputata la più
affascinante del Marocco.
Fès, fondata da Moulay
Idriss, è divisa in tre
parti: Fès el Bali (l’antica
Medina risalente al’809),
Fès el Jedid (la nuova
Medina del XIII secolo) e la
città nuova (costruita dai
francesi con ampi viali
alberati e grandi piazze).
Noi iniziamo dal Palazzo
Reale (grande spiazzo, belle
porte ma come al solito
chiuso al pubblico).
In prossimità del palazzo si
sviluppa Fès el Jedid,
costruita dai Merinidi, era
abitata dal Sultano e dai
suoi cortigiani.
Di Fianco il palazzo c’è il
quartiere ebraico (si dice
che il sultano li volle
vicino sia per proteggerli
che per controllarli!!!).
Riprendiamo la macchina e
percorrendo la Tour de Fès,
costeggiando le mura color
ocra e seguendo il
saliscendi delle colline,
arriviamo alla fortezza Nord
(ce ne sono 2 la nord e la
sud) dalla quale ammiriamo
il bel panorama su tutta la
città e in special modo
sulla Medina vecchia che si
erge ai piedi della collina
dove si trova la fortezza.
Scendiamo ed iniziamo la
visita a Fès el Balid in un
laboratorio di ceramica
(vediamo la lavorazione
dalla forgia, alla cottura,
alla decorazione e via via
fino al prodotto finito).
Poi entriamo in un groviglio
di stradine in cui è facile
perdersi… siamo all’interno
della più famosa Medina del
Marocco.
La nostra guida ci spiega
che all’interno della Medina
ci sono tanti quartieri
individuabili dal fatto che
ognuno di essi (in
antichità) avevano una
Moschea ed una fontana.
Iniziamo il nostro
girovagare tra stradine
strette piene di ogni
mercanzie, saliscendi
continui, posti
affollatissimi e non.
Tra l’altro l’unico mezzo di
trasporto all’interno della
Medina è l’asino (viene
anche affittato per
trasportare ogni tipo di
mercanzia).
Per cui in alcuni posti
l’odore non era certamente
edificante. In alcuni posti
neanche gli asini possono
entrare e per impedire ciò
una sbarra di legno posta
circa ad 1 metro e mezzo di
altezza chiude la via,
nell’antichità non potevano
entrare neanche i non
mussulmani.
Ogni zona ospita una
corporazione di artigiani,
ogni bottega ha un maestro
chiamato mallem, che insegna
ai giovani apprendisti.
Visitiamo la Medersa
Attraine (praticamente una
alloggio per universitari
con un cortile interno con
vasca piena d’acqua e gli
alloggi tutti intorno,
peccato non molto ben
conservata), la Moschea
Karaouine (molto grande,
fondata da una donna) che fu
sede della prima università
del mondo, la bella fontana
di Neijarine.
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Ma il vero spettacolo della
Medina è rappresentato
dall’insieme dei souk,
ognuno dei quali raggruppa
per categorie botteghe e
laboratori artigianali.
Il souk Attarine è
interamente dedicato alle
spezie, la Kissaria ospita
negozi di seta e broccati,
il souk Nejjarine è dedicato
ai falegnami, il souk
dell’Henné prodotti di
bellezza o medicinali,
quello dei fabbri, dei
tintori.
Ma quello che più ci ha
colpiti (ne eravamo già a
conoscenza) ed è da non
perdere, è quello dei
conciatori.
L’odore è penetrante ma non
certo piacevole tant’è vero
che ci hanno fornito di un
grande quantitativo di menta
per sopportare la puzza.
Siamo saliti sulla terrazza
di una bottega e da li
abbiamo visto un grande
spazio dove si trovano delle
grandi vasche di pietra
scavate nel terreno, ognuna
riempita con liquidi diversi
nelle quali uomini con
pantaloni corti e a torso
nudo si immergono per
lavorare le pelli.
Queste vengono immerse in
bagni con sostanze diverse
(calce, acqua, escrementi di
piccione) per renderle
morbide e trattabili, poi
vengono colorate in altre
vasche con tinture a base
naturale ed infine stese al
sole ad asciugare ed
essiccare.
Credetemi il colpo d’occhio
è veramente particolare come
fortissimo e ripugnante è
l’odore.
Chiaramente nel girovagare
siamo entrarti anche nei
tipici bazar per turisti
(legno, pelli, tappeti
ecc..) del resto dovevamo
far fare il proprio lavoro
alla guida si o no!?.
Girando girando abbiamo
fatto le 2 e mezza per cui
pranziamo in un ristorante
all’interno della Medina
(bello il locale, niente di
eccezionale il cibo).
Dopo pranzo prendiamo la
macchina e la guida ci porta
dall’altra parte della
Medina dinanzi alla porta
Bab Boujelod (la principale
e la più frequentata dai
tuiristi). Ha un aspetto
imponente e la facciata
rivolta all’esterno è
decorata con piastrelle di
maiolica blu e oro mentre la
facciata interna in verde e
oro.
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Dalla porta partono le due
arterie principali della
Medina: la Talaa Kebira e la
Tala Sghira. Prendiamo la
prima e raggiungiamo la
medersa di Bou Inania.
Poi girovaghiamo ancora tra
queste vie in cui il
progresso è una parola
sconosciuta, la vita qui si
muove a ritmi che non è
esagerato definire
medioevali ed infine, ormai
quasi sera salutiamo la
nostra guida (veramente
bravo) e torniamo in albergo
per la cena.
Dopo cena Yassine ci propone
di andare in un locale
tipico all’interno della
Medina per assistere ad uno
spettacolo folkloristico con
la danza del ventre.
Accettiamo volentieri anche
perché con 10 € oltre allo
spettacolo finalmente ci
possiamo bere una birra
anche al di fuori degli
alberghi.
Mercoledì 4
luglio – Fes -
Ifrane - Benimellal
- Marrakech |
Alle 8.30 del mattino
saliamo in macchina (io mi
metto vicino ad Yassine) e
partiamo per Marrakech
attraversando la regione del
Medio Atlante (circa 500
Km), sarà una giornata dura.
Prima passiamo per Immouzer
du Kandar (cittadina
berbera) e poi, dopo circa
160 Km da Rabat, facciamo
sosta d Ifrane (stazionee
sciistica) situata al centro
di una foresta di cedri.
Ci riposiamo per mezz’ora e
poi riprendiamo il viaggio.
Passiamo per Azrou
(villaggio berbero – bella
la moschea) e proseguiamo
scendendo di quota verso la
regione di Benimellal
facendo sosta per fumarci
una sigaretta lungo la
strada in una specie di
belvedere su di un lago
(purtroppo sotto un sole
rovente e senza possibilità
di ombra.
Il paesaggio che abbiamo
incontrato lungo il viaggio
è notevole perché si passa
dalle foreste alla terra
rossa e arida, a terra
grassa e piena di
piantagioni per poi nel
volgere di 1 Km a
praticamente deserto con
solamente dromedari e
piccoli greggi di capre.
Alle 2 passate finalmente
facciamo sosta per il pranzo
(ai bordi di una piscina di
un albergo alle pendici di
una collinetta).
Ormai stanchissimi
proseguiamo il viaggio ed
arriviamo a Marrakes alle 6
del pomeriggio.
Caldo allucinante oltre i 40
gradi (rimpiangiamo il
fresco di Casablanca e
Rabat).
Prediamo alloggio al Golden
Tulip Farah (buono).
Cena e riposo. |