Sabato 19
febbraio –
Betlemme - Tel Aviv |
Betlemme dista da
Gerusalemme una decina di
chilometri. Ci aspettavamo
di vedere il muro che divide
i territori occupati sotto
amministrazione palestinese
ma passarci vicino con i
suoi graffiti e la sua
imponenza ci ha dato un
senso di sgomento sulle
notevoli divisioni che
esistono in questo
tormentato paese. Il muro,
che separa appunto la
Cisgiordania, è una barriera
(in parte anche elettronica)
lunga 725 Km che ingloba la
maggior parte delle colonie
israeliane e dei pozzi.
Inoltre comporta la mancanza
di libertà di movimento,
l'isolamento di certi
villaggi ed un senso cupo
d'imprigionamento.
Approfittando del fatto di
avere una macchina con targa
diplomatica e grazie ai
documenti di Roberto passiamo il
check-point con la Palestina
velocemente e senza alcun problema e la
prima cosa che ci colpisce è
il murales con la colomba
(simbolo di pace) ritratta
col giubbotto antiproiettile
e dentro un mirino!
Betlemme, disposta su tutta
una serie di colline,
contrariamente a quel senso
di confusione e purtroppo di
sporco che caratterizza in
genere le cittadine arabe è
attualmente, oltre che meta
di pellegrinaggio, una
città molto carina,
specialmente nella zona che
circonda la piazza della
Mangiatoia e nei
dintorni del suq, con molte
abitazioni e negozi moderni
(c’è pure uno Stars & Bucks).
Arriviamo direttamente alla
piazza della Mangiatoia e
parcheggiamo sul piazzale
antistante la Basilica della
Natività che è la meta della
nostra visita a Betlemme.
La Basilica, inserita nella
lista del patrimonio
mondiale dell'umanità
dell'UNESCO nel 2012, su
richiesta dello Stato di
Palestina, è stata eretta
nel luogo in cui sarebbe
avvenuta la nascita di Gesù
ed è costituita dalla
combinazione di due chiese e
da una cripta (per l’appunto
la grotta della Natività).
L’ingresso nella chiesa è
consentito solo tramite una
porta stretta e bassa (per
non far passare i cavalli)
in quanto le altre due porte
originarie sono state
murate.
Appena entrati ci
rendiamo subito conto della
lunghissima fila di
pellegrini per entrare nella
grotta della Natività, al
che Roberto, sfruttando le
sue amicizie, chiama al
cellulare uno dei custodi
che ci fa entrare, non senza
imbarazzo da parte nostra,
e bloccando la fila
praticamente dall’uscita
dietro l'altare.
Nella grotta risaltano due
zone distinte: Il luogo in
cui, secondo la tradizione
cristiana, avrebbe avuto
luogo la nascita di Gesù; il
punto è simbolicamente
segnato da una stella
d'argento a quattordici
punte, circondata da lampade
d’ottone, candele e drappi
dorati in cui è incisa, in
latino, la frase «Qui dalla
Vergine Maria è nato Cristo
Gesù» e Il luogo in cui era
situata la mangiatoia dove
Maria avrebbe deposto Gesù
subito dopo la nascita.
Dopo un breve tempo in
raccoglimento usciamo sempre
dalla stessa parte e
rientriamo nella Basilica
per visitarla con calma.
La basilica è divisa in
cinque navate da quattro
ordini di colonne
monolitiche in pietra
rosata; su di esse sono
ancora visibili tracce delle
antiche decorazioni
pittoriche. Il tetto è a
travi scoperte. Dei vecchi
mosaici che ricoprivano
tutte le pareti, non restano
che poche tracce.
Infine
tramite una bassa porta
entriamo nel bel Chiostro di
San Girolamo per poi
visitare la chiesa francescana di
S. Caterina.
Dall’interno della chiesa si
accede ad un gruppo di
cavità, tra cui la più
famosa è la Grotta di San
Giuseppe, nella quale si
dice sia avvenuto il sogno
di Giuseppe.
Lasciamo la Basilica della
Natività e Roberto ci porta,
facendo poche centinaia di
metri lungo una stradina al
lato sud della Basilica, a
visitare un altro Santuario
di Betlemme, poco
conosciuto, ma che la
devozione popolare e la
preghiera di generazioni ne
hanno fatto un luogo di
prodigi e di mistero: la
Grotta del Latte.
Posta a tre metri di
profondità rispetto al piano
stradale, la grotta ricorda,
secondo la tradizione, il
luogo dove Maria sostò per
allattare il bambino.
Durante l’ allattamento
alcune gocce di latte
caddero imbiancando
miracolosamente tutta la
grotta. Per questa ragione è
oggetto di devozione da
parte delle donne non solo
cristiane e musulmane di
Betlemme ma di tutto il
mondo, che qui vengono a
pregare e a implorare Maria
per avere figli e abbondanza
di latte.
Tra l’altro, ci dice
Roberto, è l’unico luogo
dove viene raffigurata la
Vergine Maria a seno nudo
mentre allatta Gesù.
La più famosa di queste
raffigurazioni è senz'altro
il quadro della Madonna del
Latte, appunto che allatta,
posta in un incavo, scavato
nella roccia, a cui si
accede tramite gradini quasi
naturali. la custodia di
queste grotte è affidata
alle suore Adoratrici
Perpetue del Santissimo
Sacramento che pregano a
turno ed in perfetto
silenzio 24 ore su 24.
Fattosi molto tardi, Roberto
ci porta finalmente a
mangiare, praticamente la
cena, in un rinomato
ristorante arabo (La Tenda)
alla periferia di
Betkemme dove mangiamo
benissimo.
Lasciato il ristorante ci
portiamo al check-point da
cui siamo entrati ma la fila
era veramente imponente per
cui Roberto opta per un
altro check-point riservato
solo agli ebrei e agli
occidentali dove non
troviamo nessuno. Prendiamo
una superstrada recintata
per tutta la sua lunghezza
che ci porta a Tel Aviv
percorrendo il territorio
occupato. Roberto ci fa
notare inoltre come sia
facile distinguere i
villaggi palestinesi dagli
insediamenti ebraici: quelli
ebraici sono molto
illuminati!
Arrivati a Tel Aviv ci
concediamo una passeggiata
digestiva e poi stanchissimi
a letto.
Domenica 20
febbraio – Tel
Aviv - Roma |
Giorno di partenza, ma prima
Roberto ci porta in un
famoso centro dove si
vendono diamanti (Israele è
uno dei maggiori paesi dove
si commerciano diamanti).
Vediamo il museo
all’interno, ci spiegano le
varie tecniche di taglio
ecc..
Dopo la visita raggiungiamo
l’aeroporto e dopo un
attentissimo controllo dei
bagagli e delle persone ci
imbarchiamo sul volo
Alitalia che ci porta a Roma
dove atterriamo nel
pomeriggio. |