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.:: (2006) - Luxor - Valle dei Re

 

Lunedì 26 giugno – Roma - Luxor - Esna

Finalmente si parte… alla scoperta di una civiltà meravigliosa. Da Fiumicino partiamo in mattinata ed arriviamo a Luxor (antica Tebe, la città dalle cento porte, che con i faraoni della X dinastia divenne, e restò per oltre un millennio, la capitale dell’ Antico Regno Egizio) nel primo pomeriggio.

Fa caldissimo. Prima scoperta piacevole è che il nostro gruppo è formato da solo da 3 persone, noi ed un ragazzo di Torino, Valerio. Seconda un po’ meno bella, la nostra guida, Samir, ci informa che la nostra nave è ormeggiata a Luxor ma non possiamo imbarcarci perché visto il livello del Nilo non è possibile passare le chiuse di Esna.

Per cui con la macchina ci porterà a Esna dove ci imbarcheremo su un’altra motonave, peccato ma lo sapevamo di rischiare questo visto il periodo del viaggio.

Sono le quattro del pomeriggio circa e Samir ci propone di vedere il tempio di Luxor in maniera di alleggerire il programma dell’indomani. Ci guardiamo tra noi e tutti e 3 rifiutiamo l’offerta e preghiamo Samir di portarci al più presto sulla nave perché gioca l’Italia ai Mondiale e vogliamo vedere la partita (siamo matti?!).

Arriviamo ad Esna dopo poco più di mezz’ora di macchina, ci imbarchiamo su una motonave veramente bella e nuova (frequentata da spagnoli ed inglesi, siamo i soli italiani).

Ci precipitiamo nel grande salone per assistere alla partita con l’Australia (secondo tempo iniziato) e ci gustiamo il passaggio del turno con il rigore di Totti (eravamo 3 ma abbiamo fatto un tifo del diavolo). Dopo cena siamo usciti a passeggio per Esna.

A parte la strada che costeggia il Nilo tutte le altre non sono asfaltate e si “respira” molta povertà. Vediamo anche il piccolo Tempio romano di Khnum che si trova al centro della città e a circa 10 mt. sotto il livello della città attuale.

Martedì 27 giugno – Luxor - Esna

Sveglia all’alba e subito dopo colazione di nuovo in macchina e ritorniamo a Luxor. Prima di arrivare in città attraversiamo il ponte sul Nilo arrivando sulla sponda occidentale, dove tramonta il sole e muore il giorno ovvero la terra dei morti, da dove inizia il nostro giro. Per prima ci imbattiamo nei Colossi di Memnon. Sono 2 statue gigantesche (20 metri) tagliate in blocchi di arenaria che facevano parte del tempio Amon-Ofis III oramai scomparso (affascinati).
Poi proseguiamo e raggiungiamo la Valle dei Re dove sono state scoperte eccezionali tombe di faraoni ed i templi funerari ad esse collegati. Anche se sono solo le 9 del mattino il caldo si fa sentire in maniera notevole. Dal parcheggio della macchina arriviamo nel cuore del sito con un trenino turistico (200 mt di percorso in salita), visitiamo alcune tombe tra le quali quella di Thot-Mosis III e quella di Ramsete I.

Subito dopo, lasciato la valle dei Re, ci fermiamo presso un laboratorio artigiano (ce ne sono tanti) dove i nativi lavorano l’alabastro.  Dopodichè raggiungiamo il Tempio della Regina Hatshepsut (il complesso funerario di Deir El-Bahari), figlia di Tutmosi I, che dopo aver sposato Tutmosi II e il suo figliastro Tutmosi III, ne usurpò il trono e vestendosi in maniera mascolina fino a venir considerata un vero e proprio faraone (maestoso e bello, incredibili la vivacità dei colori degli affreschi nonostante gli anni). Il Tempio, situato sotto una montagna, è stato costruito dall'architetto Senmut, che era anche il suo amante. Tra l’altro è il Tempio in cui alcuni anni fa c’è stato l’attentato dei integralisti islamici che provocarono oltre 40 vittime tra i turisti.

Il Caldo comincia ad essere quasi insopportabile e anche qui ci viene in aiuto un "trenino".

Dopo decidiamo di saltare la Valle delle Regine ma di fermarci al complesso monumentale di  Medinet Habu che comprende il tempio di Ramsete III (uno degli edifici stilistici più perfetti che l’arte egiziana ci abbia lasciato, decorato con numerose scene di guerra, a me è piaciuto molto) e davanti al quale si trova il tempietto di Thot-Mosis I.
Risaliamo sul nostro minivan fino alle sponde del Nilo e mentre la macchina raggiunge l’altra sponda utilizzando un ponte, noi attraversiamo il Nilo con una barca a motore.
Arriviamo sulla sponda orientale del Nilo, dove sorge il sole e nasce il giorno ovvero la terra dei vivi, e la prima meraviglia che ci si para davanti gli occhi è il Tempio di Luxor che gli egiziani chiamano “Harem meridionale di Amon”, lungo 260 metri, iniziato da Amon-Ofis II, proseguito da Thot-Mosis III ed ultimato da Ramsete II. All’ingresso ci accoglie un imponente obelisco (posto a sinistra perché quello di destra fu portato a Parigi e posto al centro di Place de la Concorde) e due colossi raffiguranti Ramsete II seduto sul trono.

L’interno del tempio è veramente bello con le sue corti tra le quali spicca il grande cortile di Amon-Ofis III e i suoi maestosi colonnati.

Il caldo e la fame comincia a fiaccarci per cui Samir ci porta al ristorante sulle sponde del Nilo.
Piccolo riposo e dopo mangiato sotto un sole che non vi dico andiamo a visitare il complesso monumentale di Karnak (anch'esso dedicato al dio Amon) a 3 Km circa (in antichità unito a quello di Luxor da un lungo viale su cui si allineano sfingi con teste di ariete, e non tutta riportata alla luce).

Si entra percorrendo un viale di sfingi, all’interno tante meraviglie: la statua colossale di Pinedjem, le sfingi di Ramsete I, il tempio di Ramsete III, la sala ipostilia, l’obelisco di Thot-Mosis I, il lago sacro con la statua dello scarabeo sacro (fatto i classici tre giri per portafortuna). Il tempio è anche pieno di gigantesche colonne ancora recanti tracce di colore e da splendide statue di granito rosa.

Poiché tutti i faraoni vollero ingrandire ed abbellire i templi, talvolta distruggendo e riutilizzando strutture precedenti, l’architettura del complesso risulta abbastanza complessa.
Oramai alla frutta e quasi disidratati torniamo al minivan e ripartiamo per Esna.

Il tempo di una doccia, un breve riposo, la cena e siamo di nuovo in giro per Esna, stavolta anche con Samir che ci porta per le vie del mercato (tantissimi bambini ci seguono e parlicchiano anche italiano, ma non danno fastidio più di tanto), tra l'altro vediamo anche un vecchio del luogo che usa ancora (a mano) un vecchissimo frantoio per l'olio che fa e ne è fierissimo.
Risaliamo sulla motonave in tarda serata, e a mezzanotte inizia la navigazione verso Edfu.

 

 

 

 
 
 

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