Mercoledì 28 giugno
– Edfu - Kom Ombo -
Aswan |
Alle 9, dopo aver fatto
colazione, io Antonietta e
il nostro compagno di
viaggio Valerio insieme alla
nostra guida Samir saliamo
su una carrozzella che ci
porterà a visitare il Tempio
di Edfu. La strada e piena
fino all’inverosimile di
carrozzelle (con cavalli
smagriti che fanno molta
tristezza) che portano i
turisti al tempio. Dopo un
percorso di circa 20 minuti
arriviamo e il sole è già
fortissimo, ma noi
imperterriti iniziamo la
visita.
Il Tempio per l’imponenza
delle sue dimensioni è da
considerarsi il più
importante dopo quello di
Karnak: 137 metri di
lunghezza per 79 di
larghezza con un pilone alto
36 metri.
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A guardia dell’ingresso ci
sono 2 statue di granito
nero raffiguranti Horus a
forma di falcone (il nome
del Dio deriva dalla parola
“hr” che significa appunto
falco) a cui è consacrato il
Tempio. Alle spalle delle
statue si alzano le pareti
esterne del Tempio con
grandi figure di Horus e di
Hathor (la moglie). In tutto
il complesso è interessante
vedere il “mammisi” (luogo
del parto – simbolicamente
il luogo dove ogni giorno
rinasce Horus), il largo
cortile delle “libagioni”.
All’interno bellissime
stanze con geroglifici
descrittivi delle antiche
ricette mediche, dell’
estrazione delle essenze,
della scelta del terreno
ideale per la costruzione
dei templi da parte del
faraone e la cella sacra con
l’altare del dio Horus e la
barca sacra usata per il
viaggio della sua anima
verso Dendera ( l’aldilà).
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Tutto il tempio è circondato
da un alto muro di cinta. La
parete esterna di questo
muro è coperta di incisioni
che descrivono tutta la
storia della costruzione del
tempio. La parete interna
forma con le mura del tempio
uno stretto e lungo
corridoio, sulle pareti di
questo corridoio sono
descritte le battaglie di
Horus contro Seth
(rappresenta la lotta
continua tra il bene ed il
male). Finita la visita
mentre io e Samir ci beviamo
un karkadè, Antonietta e
Valerio si dedicano alla
visita del mercatino locale
dove purtroppo i mercanti
arabi sono veramente troppo
“insistenti”.
Alla fine, sempre con il
calesse (lo stesso
dell’andata) torniamo alla
nave.
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Durante il pranzo si
continua con la navigazione.
Noi, dopo mangiato,
approfittiamo della leggera
brezza generata dalla
navigazione per godere a
pieno della piscina sul
ponte superiore.
Dopo alcune ore di
navigazione arriviamo al
Tempio di Kom Ombo. Questa
volta per raggiungerlo non
facciamo alcuno sforzo:
sorge proprio sulla sponda
orientale del Nilo.
Il Tempio ha uno schema
insolito: è infatti un
tempio interamente doppio,
ottenuto cioè unendo due
templi affiancati. Quello di
destra è consacrato al dio
Sebek (dalla testa di
coccodrillo) dio della
fertilità e considerato
anche il creatore del mondo.
Quello di sinistra è
consacrato al dio Haroeris
(dalla testa di falco) cioè
“Horus il grande”, dio
solare guerriero.
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I due templi erano chiusi da
una grande cinta muraria che
si apriva sul Nilo con due
portali.
Samir ci ha fatto notare il
“nilometro” un pozzo che
serviva per verificare
l’altezza del Nilo. Belli
sono i numerosi rilievi
visibili in questo tempio,
ce ne sono due molto
interessanti: uno
rappresenta una serie di
strumenti chirurgici (già in
uso all’epoca dei faraoni),
mentre l'altro mostra il
primo calendario della
storia diviso in 365 giorni.
Peccato che la luce solare
ha fatto sparire la
colorazione dei rilievi.
Poi classico giro nel
mercatino adiacente il
tempio dove, a differenza di
quello di Edfu, i mercanti
non potevano, e non lo
facevano, infastidire i
turisti con approcci diciamo
così "insistenti". Infine
sosta al bar all'aperto del
bazar per riposarci e
rinfrescarci la gola e poi
rientro sulla nave.
Dopo cena inizio della
navigazione verso Aswan che
ci godiamo sul ponte
ammirando il Nilo di notte.
Dopo mezzanotte (ancora non
arrivavamo ad Aswan) siamo
andati a dormire. |