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.:: (2006) - Aswan - Abu Simbel

 

Giovedì 29 giugno – Aswan - Philae

Appena svegliati, apro le finestre della nostra cabina e mi si presenta uno spettacolo niente male: eravamo attraccati al molo di Aswan e si godeva un panorama del Nilo splendido con diverse feluche che lo solcavano.
Aswan è la pittoresca capitale dell'Alto Egitto, è situata alle porte della Nubia, e molto interessante è il contrasto tra le ricchezze dell'Antico Egitto (i vari templi) e le opere più gigantesche che il genere umano abbia potuto realizzare nei tempi moderni (la grande diga).
Dopo colazione, con il solito minivan messo a nostra disposizione dall’agenzia partiamo per visitare la città e quello che ci offriva. Ammiriamo le cave di granito (dalle quali si estraeva il granito rosso che veniva impiegato per erigere obelischi, colossi e templi), la centrale elettrica e la grande diga (imponente sbarramento per il controllo delle acque del Nilo) frutto della collaborazione sovietico-egiziana, fu fatta costruire dal presidente Nasser a partire dagli anni 60.

Alla collaborazione sovietico-egiziana è stato dedicato il monumento della “Diga Alta” (Samir ci ha detto che il giorno dopo l’inaugurazione del monumento gli egiziani hanno dato il benservito ai russi imponendogli di rientrare subito in patria).
La costruzione della diga ha comportato la formazione di un grande lago artificiale, il lago Nasser, circa 500 Km di lunghezza, aumentando non solo la superficie coltivabile ma anche la produzione annuale di energia elettrica risolvendo non pochi problemi economici egiziani.
Continuando il giro arriviamo ad un molo pieno di barche (grandi e piccole) a motore. Noi 4 saliamo su una piccola e ci dirigiamo verso l’isola sacra per visitare il famoso tempio di Philae dedicato alla dea Iside. Il tempio, uno dei templi meglio conservato di tutto l’egitto, in seguito alla costruzione del primo sbarramento nel 1904, restò sommerso per tutto l’anno tranne che nel mese di agosto.

Con la costruzione della diga di Aswan sarebbe stato sommerso definitivamente, per cui per salvarlo fu smontato pezzo pezzo e ricostruito nello stesso identico modo sull’isola Egelika da tecnici italiani.

Il tempio, forse perché si trova circondato dalle acque, ci ha affascinato in modo particolare (notevoli il complesso monumentale del santuario dedicato alla dea, il padiglione di Nectanebo I e il padiglione di Traiano) anche se il caldo si faceva sentire in modo opprimente.
Durante il viaggio di ritorno alla motonave facciamo una sosta ad una delle tante fabbrica di essenze e profumi (finalmente un po’ d’aria condizionata… e invece causa un improvviso blackout niente… che jella).

Ci spiegano tutto o quasi sui profumi e sulle essenze, ci offrono karkadè e thè alla menta, Antonietta si fa fare anche un massaggio con gli oli e poi (dopo aver comperato 3 boccettine di oli) rientriamo alla base.

Anche se un po’ tardi, mangiamo e facciamo un piccolissimo riposo, in quando io e Antonietta c’eravamo messi d’accordo per imbarcarci su di una feluca e navigare sul Nilo. Lo abbiamo fatto solo che c’era pochissimo vento per cui programma ridotto, abbiamo visto solo il mausoleo dell’Aga Khan, morto nel 1957.
A sera dopo cena, siamo usciti per un giro in città.

Trafficata al massimo, piena di gente (di notte il caldo dà un po’ di tregua). Tante donne con e senza velo in giro a piedi, in taxi, tranquillamente. Poi entriamo nel mercato (grandissimo, affollatissimo e pieno di ogni tipo di mercanzia).
Si è fatto tardi rientriamo perché ci aspetta un’altra alzataccia.

Venerdì 30 giugno – Abu Simbel - Il Cairo

Sveglia presto, ultimo saluto alla motonave e alle 8 eravamo già sull’aereo pronti per raggiungere Abu Simbel.
Ottima organizzazione da parte della nostra agenzia, pensate che abbiamo lasciato tutti i bagagli, anche quelli a mano, sull’aereo che ci ha aspettato e dopo la visita ci ha portato ad Il Cairo (altro che autobus o visite di pomeriggio).
Dopo un piccolo tragitto con un bus che dall’aeroporto ci ha portato al sito archeologico compare davanti ai nostri occhi uno spettacolo veramente grandioso: i templi che il faraone Ramsete II dedicò a sé stesso (tempio grande) per celebrare la sua gloria ed a sua moglie, la regina Nefertari (tempio Piccolo o di Hathor), la più amata tra tutte le altre.

Ultimo baluardo della civiltà in Alto Egitto, prima del confine con il Sudan.

Abu Simbel è il miglior esempio delle straordinarie capacità architettoniche degli Antichi Egiziani, che non lo hanno costruito, ma lo hanno completamente scavato nella roccia di una montagna.
I due templi furono smontati e ricostruiti più in alto per evitare che, a causa della costruzione della Grande Diga, venissero sommersi dalle acque del lago Nasser.
Si è trattato di una maestosa opera di ingegneria.

I templi sono stati sezionati in blocchi da circa 30 tonnellate ognuno e ricostruiti seguendo l’orientamento originale.

In questo modo hanno permesso che il fenomeno voluto dagli Antichi Egiziani (“il miracolo del sole”) si ripetesse ancora ogni anno. La statua di Ramsete II posta nel “Sancta Sanctorum” del tempio dedicato agli dei Amon, Horus e Ptah veniva illuminata dal primo raggio del sole nascente il 21 febbraio e il 21 ottobre, in occasione dell’anniversario della nascita del faraone e della vittoria contro gli Ittiti, celebrando anche la sua incoronazione.

Dopo lo spostamento del tempio però, il fenomeno si manifesta il 22 febbraio ed il 22 ottobre.

Il caldo si fa sentire, quindi per tornare all’ingresso del sito archeologico abbiamo fatto il giro contrario cercando in continuazione l’ombra (Antonietta si è fatta fotografare con un soldato di guardia al sito sotto un albero).
Piccola sosta al locale mercatino, poi di nuovo autobus e aereo.

Decollo destinazione Il Cairo.

 

 

 

 
 
 

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