Giovedì 29 giugno
– Aswan - Philae |
Appena svegliati, apro le
finestre della nostra cabina
e mi si presenta uno
spettacolo niente male:
eravamo attraccati al molo
di Aswan e si godeva un
panorama del Nilo splendido
con diverse feluche che lo
solcavano.
Aswan è la pittoresca
capitale dell'Alto Egitto, è
situata alle porte della
Nubia, e molto interessante
è il contrasto tra le
ricchezze dell'Antico Egitto
(i vari templi) e le opere
più gigantesche che il
genere umano abbia potuto
realizzare nei tempi moderni
(la grande diga).
Dopo colazione, con il
solito minivan messo a
nostra disposizione
dall’agenzia partiamo per
visitare la città e quello
che ci offriva. Ammiriamo le
cave di granito (dalle quali
si estraeva il granito rosso
che veniva impiegato per
erigere obelischi, colossi e
templi), la centrale
elettrica e la grande diga
(imponente sbarramento per
il controllo delle acque del
Nilo) frutto della
collaborazione
sovietico-egiziana, fu fatta
costruire dal presidente
Nasser a partire dagli anni
60.
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Alla collaborazione
sovietico-egiziana è stato
dedicato il monumento della
“Diga Alta” (Samir ci ha
detto che il giorno dopo
l’inaugurazione del
monumento gli egiziani hanno
dato il benservito ai russi
imponendogli di rientrare
subito in patria).
La costruzione della diga ha
comportato la formazione di
un grande lago artificiale,
il lago Nasser, circa 500 Km
di lunghezza, aumentando non
solo la superficie
coltivabile ma anche la
produzione annuale di
energia elettrica risolvendo
non pochi problemi economici
egiziani.
Continuando il giro
arriviamo ad un molo pieno
di barche (grandi e piccole)
a motore. Noi 4 saliamo su
una piccola e ci dirigiamo
verso l’isola sacra per
visitare il famoso tempio di
Philae dedicato alla dea
Iside. Il tempio, uno dei
templi meglio conservato di
tutto l’egitto, in seguito
alla costruzione del primo
sbarramento nel 1904, restò
sommerso per tutto l’anno
tranne che nel mese di
agosto.
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Con la costruzione della
diga di Aswan sarebbe stato
sommerso definitivamente,
per cui per salvarlo fu
smontato pezzo pezzo e
ricostruito nello stesso
identico modo sull’isola
Egelika da tecnici italiani.
Il tempio, forse perché si
trova circondato dalle
acque, ci ha affascinato in
modo particolare (notevoli
il complesso monumentale del
santuario dedicato alla dea,
il padiglione di Nectanebo I
e il padiglione di Traiano)
anche se il caldo si faceva
sentire in modo opprimente.
Durante il viaggio di
ritorno alla motonave
facciamo una sosta ad una
delle tante fabbrica di
essenze e profumi
(finalmente un po’ d’aria
condizionata… e invece causa
un improvviso blackout
niente… che jella).
Ci spiegano tutto o quasi
sui profumi e sulle essenze,
ci offrono karkadè e thè
alla menta, Antonietta si fa
fare anche un massaggio con
gli oli e poi (dopo aver
comperato 3 boccettine di
oli) rientriamo alla base.
Anche se un po’ tardi,
mangiamo e facciamo un
piccolissimo riposo, in
quando io e Antonietta
c’eravamo messi d’accordo
per imbarcarci su di una
feluca e navigare sul Nilo.
Lo abbiamo fatto solo che
c’era pochissimo vento per
cui programma ridotto,
abbiamo visto solo il
mausoleo dell’Aga Khan,
morto nel 1957.
A sera dopo cena, siamo
usciti per un giro in città.
Trafficata al massimo, piena
di gente (di notte il caldo
dà un po’ di tregua). Tante
donne con e senza velo in
giro a piedi, in taxi,
tranquillamente. Poi
entriamo nel mercato
(grandissimo, affollatissimo
e pieno di ogni tipo di
mercanzia).
Si è fatto tardi rientriamo
perché ci aspetta un’altra
alzataccia.
Venerdì 30 giugno
– Abu Simbel - Il
Cairo |
Sveglia presto, ultimo
saluto alla motonave e alle
8 eravamo già sull’aereo
pronti per raggiungere Abu
Simbel.
Ottima organizzazione da
parte della nostra agenzia,
pensate che abbiamo lasciato
tutti i bagagli, anche
quelli a mano, sull’aereo
che ci ha aspettato e dopo
la visita ci ha portato ad
Il Cairo (altro che autobus
o visite di pomeriggio).
Dopo un piccolo tragitto con
un bus che dall’aeroporto ci
ha portato al sito
archeologico compare davanti
ai nostri occhi uno
spettacolo veramente
grandioso: i templi che il
faraone Ramsete II dedicò a
sé stesso (tempio grande)
per celebrare la sua gloria
ed a sua moglie, la regina
Nefertari (tempio Piccolo o
di Hathor), la più amata tra
tutte le altre.
Ultimo baluardo della
civiltà in Alto Egitto,
prima del confine con il
Sudan.
Abu Simbel è il miglior
esempio delle straordinarie
capacità architettoniche
degli Antichi Egiziani, che
non lo hanno costruito, ma
lo hanno completamente
scavato nella roccia di una
montagna.
I due templi furono smontati
e ricostruiti più in alto
per evitare che, a causa
della costruzione della
Grande Diga, venissero
sommersi dalle acque del
lago Nasser.
Si è trattato di una
maestosa opera di
ingegneria.
I templi sono stati
sezionati in blocchi da
circa 30 tonnellate ognuno e
ricostruiti seguendo
l’orientamento originale.
In questo modo hanno
permesso che il fenomeno
voluto dagli Antichi
Egiziani (“il miracolo del
sole”) si ripetesse ancora
ogni anno. La statua di
Ramsete II posta nel “Sancta
Sanctorum” del tempio
dedicato agli dei Amon,
Horus e Ptah veniva
illuminata dal primo raggio
del sole nascente il 21
febbraio e il 21 ottobre, in
occasione dell’anniversario
della nascita del faraone e
della vittoria contro gli
Ittiti, celebrando anche la
sua incoronazione.
Dopo lo spostamento del
tempio però, il fenomeno si
manifesta il 22 febbraio ed
il 22 ottobre.
Il caldo si fa sentire,
quindi per tornare
all’ingresso del sito
archeologico abbiamo fatto
il giro contrario cercando
in continuazione l’ombra
(Antonietta si è fatta
fotografare con un soldato
di guardia al sito sotto un
albero).
Piccola sosta al locale
mercatino, poi di nuovo
autobus e aereo.
Decollo destinazione Il
Cairo. |