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.:: (2010) - Dublino

     

La capitale dell'isola di Smeraldo

 

Prenotato un volo a/r Ryan Air per 150 euro a persona e l’hotel Blooms in Anglesea street - Temple Bar - a 219 euro per tre notti e, nonostante la nube del vulcano islandese che ci ha fatto perdere il viaggio a Bruxelles e ad Amsterdam (ma tanto lo faremo comunque), si parte… destinazione la verde Irlanda e precisamente Dublino.

Si uniscono a noi anche i nostri amici Giusy e Giancarlo.

Sabato 29 maggio - Roma - Dublino

Alle 9.00 siamo all’aeroporto di Ciampino per il check-in dei bagagli e alle 11.30 (mezz’ora di ritardo) partiamo. Alle 13.30 ora locale, dopo tre ore di volo, arriviamo a Dublino.

Al terminal prendiamo un bus-navetta della Aircoach che per 12 euro a testa (andata e ritorno) ci porta in venti minuti nel centro della città. 3 minuti a piedi e siamo all’hotel.
Alle 4 del pomeriggio siamo già pronti per visitare la città.

Il tempo ci è amico, anche se è nuvoloso non piove e non fa freddo. Mentre venivamo dall’aeroporto siamo stati colpiti dal “movimento” in O’Connell Street, per cui ci dirigiamo verso nord e attraversiamo l’O’Connell Bridge, per passare il fiume Liffey che attraversa tutta la città.

Ci ritroviamo su questa grande e larga via dedicata a Daniel O'Connell, che fu il più grande leader dell'Irlanda cattolica tra il 1700 e il 1800 e dominata dallo Spire, un enorme monumento alto 120 metri a forma di cono chiamato anche l’ago, per via della sua forma, (si dice che sia visibile da ogni angolo della città), monumento eretto per commemorare il millennio ma inaugurato in ritardo nel 2003.

O'Connell Street (con le sue numerose statue: da Parnell a Padre Theobald Mathew, da Larkin fino allo stesso O’Connel) e le strade vicine sono famose per lo shopping dublinese.

Noi la percorriamo fino allo Spire per poi girare a sinistra per Henry Street (isola pedonale) piena di bei negozi e shopping center, ma niente pub… strano! Eccoli i pub a Earl Street la strada a destra della O’Connel. C’è anche la famosa statua di James Joyce.

Alle 18.30 i negozi chiudono per cui torniamo indietro, ripassiamo il fiume Liffey, costeggiamo il Trinity College e raggiungiamo la statua di Molly Malone, “la sgualdrina col carretto” come i Dublinesi la chiamano…

Di fronte la statua si apre la Grafton Street, strada pedonale per gli amanti dello shopping ma ora un po’ “svuotata" vista l’ora. Per cui rientriamo in albergo e subito dopo ne usciamo per la cena e visto che ci troviamo nel quartiere di Temple Bar decidiamo di cenare in uno dei locali della zona.
E’ sabato sera, ci avevano parlato della vivacità della zona ma mai avremmo pensato di vedere quello che abbiamo visto: tre isolati di pura follia! Quanta gente, tanti turisti e tanti irlandesi sia in strada che nei numerosi pub (il più famoso è il “rosso” Temple Bar da cui prende il nome il quartiere) che tra l’altro sono praticamente la maggior parte degli esercizi commerciali del quartiere insieme a ristoranti, gallerie d’arte e centri di esposizione.

Musica dal vivo sia in strada che nei locali (tra l’altro alcuni musicisti sono veramente bravi).

Gente festosa che passa da un pub all’altro tracannando pinte e pinte di birra! Tante ragazze, vestite nei più stravaganti dei modi e spesso in gruppo. Tra l’altro ci hanno spiegato che è tradizione ormai festeggiare l’addio al nubilato in questo modo, vestite in maniera bizzarra ma osservando un tema ben preciso (ad esempio vestite da forze dell’ordine o da pink lady ecc.).

Alle 10.00 (cominciava allora ad imbrunire) ceniamo in un pub (ottima carne e ottima birra) e concludiamo la serata passeggiando per il quartiere.

Domenica 30 maggio - Dublino - Howth

Ci svegliamo con comodo e visto il bel tempo decidiamo di andare a visitare la penisola di Howth che si trova a soli 15 chilometri a nord di Dublino. Per cui dopo colazione, ci incamminiamo verso la O’Connell Station (anche se non è la più vicina al nostro hotel) per prendere il treno della DART, una sorta di metropolitana di superficie che unisce la zona nord e la zona sud della baia di Dublino. Nel tragitto ammiriamo la Custom House imponente edificio del 1800 che si affaccia sul fiume Liffey sede prima della dogana e ora di uffici governativi.

Dopo circa trenta minuti di treno arriviamo a Howth, in origine piccolo ed isolato villaggio di pescatori costruito nei primi anni del 1800, oggi rinomato centro turistico con il suo bel porto. Appena scesi dal treno ci facciamo una passeggiata sul molo fino al piccolo faro. Poi inoltrandoci nel paesino raggiungiamo le rovine di Howth Abbey e da lì (ignorando l’autobus che fa una parte del percorso) ci inerpichiamo nelle strette e caratteristiche vie del paese che ci porteranno ad esplorare l’Hill of Howth, promontorio roccioso chiamato “naso”.

Nella faticosa salita siamo stati ricompensati da tanti e particolari paesaggi e dalla gentilezza degli abitanti (ci hanno anche invitati ad entrare nelle loro case per offrirci da bere). Abbiamo pranzato in un pub al centro del promontorio e ci siamo goduti i vari panorama sulla baia di Dublino percorrendo i vari sentieri che passano a fianco di bei campi da golf e di altrettanto scogliere fino ad arrivare al Faro di Baily il tutto immersi in tantissime piante di ginestre in fiore (la vera Irlanda).

Anche se stanchissimi siamo tornati al paese, sempre a piedi, e ci siamo fermati in un mercato caratteristico di prodotti alimentari biologici che si allestisce la domenica vicino alla stazione. Ormai tardo pomeriggio riprendiamo la Dart e scendiamo alla Pearse Station.

Giriamo un po’ per la zona georgiana della città ed in Merrion Square con i suoi edifici dalle porte colorate ed infine rientriamo verso Temple Bar. Sosta d’obbligo all’Hard Rock Cafè e poi in albergo pronti per riuscire per cena. Cambiamo pab-ristorante ma rimaniamo sempre in Temple Bar: ci piace troppo l’atmosfera e la “movida” (anche se leggermente inferiore a quella del sabato sera.)

Lunedì 31 maggio - Dublino

Iniziamo la giornata con la visita al vicino Trinity College, la più prestigiosa università irlandese frequentata in passato da personaggi famosi quali Oscar Wilde e Samuel Beckett.

Una volta passato il modesto portone d’ingresso  ci si trova immersi nella quiete di un cortile in ciottoli e tra edifici (belli) vecchi di quattro secoli con al centro  un campanile alto 30 metri. Tra gli edifici più interessanti spiccano la cappella universitaria e la vecchia biblioteca.

Il fiore all'occhiello dell’ateneo è senza dubbio il Book of Kells, un libro che racchiude i 4 Vangeli creato dai Monaci dell’Abazia di Kells, è il primo manoscritto della storia con illustrazioni a colori. Ma noi siamo stati colpiti, una volta arrivati al primo piano, dalla “Long Room”  immensa biblioteca con oltre 200.000 manoscritti antichi (da rimanere senza fiato!) e in bella vista la secolare arpa presa a modello dalla Guinness e dallo stato Irlandese.

Lasciata l’Università percorriamo Dame Street dove spiccano gli edifici della Bank of Ireland e della Central Bank (la banca sospesa) fino ad arrivare alla City Hall.

Alle spalle del Municipio sorge il Dublin Castle fondato nel XIII secolo da Re Giovanni d’Inghilterra. Ora rimane solamente la Record Tower ed un elegante edificio. Dal giardino del Castello è possibile, solo con un tour guidato, accedere anche al Salone di San Patrizio, alla Sala dei Ricevimenti e alla Sala del Trono. Proseguiamo ed arriviamo su un’ampia isola pedonale da cui possiamo ammirare la Christ Church Cathedral che sorge entro le primitive mura medievali della città.

Fondata nel 1037 è la più vecchia cattedrale di Dublino.

Anche qui l'ingresso è a pagamento.

Facciamo una piccola deviazione verso sud e raggiungiamo la famosa Cattedrale di San Patrizio che con i suoi alti pinnacoli è il simbolo della cattolicità degli irlandesi. A San Patrizio è dovuto anche il trifoglio come simbolo rappresentativo dell’Irlanda: si narra infatti che tramite questa pianta il santo abbia spiegato agli irlandesi il concetto cristiano della Trinità.

Usciti dalla cattedrale ci soffermiamo un po’ nei giardini che sorgono alle sue spalle e poi vista l’ora e vista la fame troviamo un pub per rimetterci in sesto.

Dopo pranzo continuiamo il nostro giro e passando per St. Catherine’s Church, arriviamo alla Guinness Storehouse. Questo è il luogo più visitato di Dublino e altro non è che il museo della birra Guinness.

Entrata a 15 euro (compresa nel prezzo l’audioguida anche in italiano), ci si trova in un edificio di sette piani salendo i quali si passa in rassegna la storia e le fasi di lavorazione di questa famosissima birra scura irlandese fino ad arrivare al settimo piano chiamato Gravity Bar dove, compreso nel prezzo del biglietto, si ha diritto ad una pinta di birra, o altro drink, ammirando il panorama a 360 gradi su Dublino.

La Guiness merita un discorso a parte, fa parte della storia e della cultura irlandese, interessante è la vicenda del marchio (la famosa arpa celtica) che nel momento in cui lo stato irlandese voleva adottarla come simbolo della nazione ha dovuto accordarsi con la Guinness, in quanto titolare del marchio, e quindi invertire orizzontalmente l’arpa.

In tutta Dublino ci sono numerosi stores dedicati esclusivamente alla Guinness.

Purtroppo visto l’orario siamo stati costretti a rinunciare alla visita della Kilmainham Gaol, una delle più grandi prigione d’Europa legata agli eventi più importanti della nascita dell’Irlanda.

Quindi prendiamo un taxi e in dieci minuti siamo all’hotel. Decidiamo di andare a fare un po’ di shopping in Grafton Street (affollatissima e piena di turisti, tantissimi italiani) con sosta d’obbligo al Bawley’s Oriental Cafè (il locale più prestigioso della zona) e, quando i negozi cominciano a chiudere, entriamo nello Stephen’s Green Shopping Center, bell’edifico tutto vetrate e negozi aperti fino alle 19.30.

Arrivata l’ora di cena giriamo un po’ nella zona (comincia una leggera pioggerellina) e decidiamo di entrare nel famoso pub O’Neill, con self-service e musica dal vivo.

Dopo cena raggiungiamo il nostro hotel e ci fermiamo per concludere la serata nel pub. Ottima scelta perché assistiamo ad uno spettacolo di musica dal vivo da parte di tre musicisti veramente bravissimi!

Martedì 1 giugno - Dublino - Roma

Ultimo giorno a Dublino. Dopo colazione decidiamo di visitare un’altra attrattiva di Dublino: i ponti.
Il più storico è quello di O’Connell Bridge del XVII secolo, visto il primo giorno, il più bizzarro è sicuramente il Ha’Penny Bridge, ponte pedonale con caratteristici lampioncini al centro, di fronte Templa Bar, chiamato così perché un tempo si pagava un tributo di un penny per poterlo attraversare.

Subito dopo altro ponte chiamato Millennium Bridgre (anno 2000), ultimo arrivato e anch'esso pedonale.

Poi sempre seguendo il fiume Liffey vediamo oltre ad altri ponti The Four Courts, edificio che ospita le quattro Corti: cause civili, Corte dello Scacchiere, Corte del Banco del Re e la Corte di Giustizia.

Lasciamo il fiume e passando per l’aerea medioevale ed il castello raggiungiamo la parte finale di Grafton Street dalla quale inizia il parco di ST. Stephen’s Green senz’altro il parco più famoso di Dublino (22 acri con laghetti, corsi d’acqua, boschi, giardini e fiori coloratissimi).

Pranziamo di nuovo nel pub O’Neill e subito dopo torniamo in albergo.

Prendiamo i bagagli e alle 14.45 siamo alla fermata della Aircoach che ci porta all’aeroporto.
Partiamo in orario e alle 21.00 siamo di nuovo a Roma.

 

Riflessioni: Dublino non è la classica capitale europea caotica e frenetica, E’ piccola, bastano 2 giorni per visitarla tutta, ma è anche viva, luminosa, allegra e sorridente.

E’ una città estremamente giovane con una popolazione chiacchierona che attacca bottone in ogni situazione. Per cui se uno se la vuole godere vale la pena camminare per scoprirla piano piano e perdersi a guardare la gente, gustarsi una pinta di birra nei suoi numerosi e caratteristici pub e godersi la musica dal vivo.

 

A proposito di musica dal vivo di seguito ci sono due clip di artisti di pub... la seconda riguarda quei tre musicisti veramente bravissimi!

 

 

 
 
 
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