Sabato 25 giugno
- Roma - Treviso |
Finalmente si parte!
Alle otto del
mattino prendiamo il
GRA fino
all’Autostrada del
Sole e iniziamo il
viaggio verso nord.
Il viaggio è stato
abbastanza
tranquillo a parte i
numerosi tir e
l’immancabile fila
sulla tangenziale di
Bologna.
Alla fine,
nonostante il caldo
opprimente e
dopo
tre soste per far
sgranchire le zampe
a Picasso (e anche
le nostre) alle
14.30 arriviamo a
Treviso dove Edoardo
(con la moto) ci
scorta presso il
nostro hotel nei
pressi della
stazione ferroviaria,
all'interno delle
mura e a due passi dal
centro (Hotel
Continental 4 stelle
2 notti per €
160,00).
Subito dopo esserci sistemati iniziamo la visita
di Treviso approfittando
della nostra guida
personale.
Per prima cosa Edoardo ci porta “Dalla Gigia”, mozzarella in
carrozza e minispritz (pare
ci sia un detto che recita
che non sei stato a Treviso
se non sei stato Dalla
Gigia).
Poi su mia
richiesta andiamo a vedere
la “Fontana delle tette”.
Posta nella piccola galleria
che unisce via Calmaggiore
con la Piazzetta della Torre
si tratta di una statua
femminile, eretta nel 1559
in seguito a una forte
siccità, dai cui seni
sgorgavano vino rosso e vino
bianco per festeggiare ogni
nuovo Sindaco. Purtroppo
oggi esce solo acqua e tra
l’altro la statua è una
copia in quanto la statua
autentica, danneggiata, è
custodita in una teca sotto
il loggiato del Palazzo dei
Trecento.
Poi passeggiamo lungo la
Via Calmaggiore,
la storica e principale
strada di
Treviso che va da Piazza dei
Signori al Duomo. Piazza dei
Signori (già
Piazza Maggiore o della
Berlina, era la sede della
pubblica gogna) è il salotto
buono di Treviso, il centro
politico e culturale della
città. Sulla piazza si
affacciano i palazzi più
importanti di Treviso: il
Palazzo dei Trecento (noto
come Palazzo della Regione),
il Palazzo del Podestà con
l’ampia facciata in mattoni
rossi (oggi sede della
prefettura) e la Torre
Civica (detta Rossignona).
Oltre al Duomo interessanti
sono anche le chiesi di San
Nicolò e di San Francesco (tomba del figlio di Dante).
Ma il bello di Treviso oltre
ai vari palazzi sono le
mura, tutt’ora intatte,
risalenti al XVI secolo, è
nel pieno centro della città
il canale dei Buranelli con
l’omonimo ponte e l’isolotto
della ”Pescheria” dove si
svolge il caratteristico
mercato del pesce.
Il Buranelli è il più famoso
dei canali che provengono
dal fiume Botteniga, è uno
dei luoghi più pittoreschi e
suggestivi della città,
amatissimo dai trevigiani
con tantissimi e suggestivi
scorci creati dalle case che
si sporgono sul canale,
praticamente vedute da
cartolina.
Nell'acqua,
pulita, è facile vedere
nuotare anatre con i
piccoli. Tra l’altro si
possono ammirare diverse
ruote di mulini ad acqua
alcune delle quali ancora
girano perfettamente
funzionanti.
Oggi la zona dei Buranelli,
oltre a rimanere una delle
più belle di Treviso,
mantiene anche la
caratteristica di centro
comunitario e di
aggregazione sociale
A sera cena fuori città a
base di ottima carne.
Domenica 26
giugno -
Treviso - Bassano
del Grappa - Treviso |
Di primo mattino lasciamo
Treviso e dopo un’ora di
viaggio e circa 50 Km
percorsi arriviamo a Bassano
del Grappa. Parcheggiamo
alla fine del ponte della
Vittoria, lo percorriamo in
senso contrario e scendiamo
in via Macello. Costeggiamo
quindi il fiume Brenta e
arriviamo al simbolo della
città: il Ponte Vecchio
(Ponte degli Alpini). Il
ponte è situato nel punto in
cui il fiume Brenta si
restringe maggiormente.
Rifatto più volte a causa
della guerra e delle piene
del fiume, rispetta ancora
l'antico progetto elaborato
dal Palladio nel 1569.
Notevole il panorama che si
ha dal ponte sia a monte
sulla valle del Brenta e il
monte Grappa e sia a valle
sul ponte della Vittoria.
All’inizio del ponte (parte
est) da dove noi siamo
entrati c’è il piccolo museo
degli alpini, mentre alla
fine (parte ovest) c’è
un’altra istituzione di
Bassano: la grapperia
Nardini, chiaramente ci
siamo fermati per acquistare
una buona bottiglia di
grappa.
Poi ci siamo avventurati nel
girare il centro storico
della cittadina che è
risultato veramente
affascinante. Si va
dall’alta via del Tabacco,
una bella passeggiata lungo
il fiume Brenta, alle due
piazze principali di Bassano
piazza Garibaldi e piazza
Libertà passando prima per
il Piazzotto Montevecchio
(nel medioevo centro della
città). Al centro della
piazza c’era un pozzo,
motivo per cui spesso viene
ancora oggi chiamata "piazza
del pozzo".
Subito salendo si trova la
Piazza Libertà, un tempo
"Piazza dei Signori", che è
la vetrina del passeggio
domenicale. Al limite ovest
della piazza si alzano, su
due colonne, una statua con
il Leone di San Marco,
simbolo della dominazione
veneziana, e una statua di
san Bassiano, patrono della
città, dalla parte opposta
fa bella mostra di se la
bella loggia del Comune.
Ad est della piazza Libertà
si trova piazza Garibaldi.
La consuetudine bassanese
chiama questa piazza "piazza
della Fontana" o "piazza
delle Erbe", perché per
secoli vi si è tenuto il
mercato degli ortaggi. A
nord della piazza sovrastata
la Torre Civica mentre a sud
si trovano la chiesa di San
Francesco e il Museo Civico.
Debbo dire che Bassano del
Grappa ci ha favorevolmente
impressionato sia dalla
bellezza dei paesaggi che
dalla bellezza
architettonica dei palazzi e
delle piazze che dalla
pulizia delle strade, tutto
veramente molto bello a
parte i tantissimi e
immancabili turisti.
A pomeriggio inoltrato
facciamo ritorno a Treviso
e, da non crederci,
nonostante i numerosi locali
con tavoli all’aperto e la
conoscenza da parte di
Edoardo della città, abbiamo
faticato non poco a trovare
un tavolino libero per
poterci gustare un
aperitivo. Praticamente lo
sport cittadino è
l’aperitivo in centro a base
di prosecco e spritz. Per
cena siamo andati alla
pizzeria dell’Università
dove abbiamo cenato su un
terrazzino con vista canale
e oltra alla vista anche la
pizza era da apprezzare.
Dopo cena passeggiata serata
lungo i Buranelli e il ponte
pedonale fino all’albergo
dove abbiamo salutato
Edoardo.
Lunedì 27 giugno
- Treviso -
Redipuglia - Trieste |
Lasciamo Treviso direzione
est e dopo poco meno di due
ore ci fermiamo al Sacrario
di Redipuglia, il più grande
e maestoso sacrario italiano
dedicato ai caduti della
Grande Guerra.
Prima cosa visitiamo il
Colle di Sant'Elia,
un'altura che si trova di
fronte al Sacrario, e che fa parte del
grande Parco delle
Rimembranze.
Visto che la salita al colle
non è permessa ai cani,
prima io e poi Antonietta
saliamo lungo un viale a
gradoni ai cui lati ci sono
35 cippi commemorativi sui
quali hanno trovato
sistemazione una piccola
lapide in pietra che riporta
una frase alla memoria e dei
cimeli di guerra riferiti ai
militari e ai reparti che
combatterono in quei luoghi.
Alla sommità del colle un
piazzale con una colonna
romana proveniente da
Aquileia che ricorda i
caduti di tutte le guerre e
alcuni pezzi di artiglieria
dell’epoca, molti dei quali
rari.
Dopo attraversiamo la strada
e, sempre uno alla volta,
superato la catena del
cacciatorpediniere "Grado",
entriamo nel vero e proprio
Sacrario. All’inizio si
percorre la "Via Eroica",
ovvero una strada lastricata
in pietra con 38 targhe in
bronzo che indicano i nomi
delle località carsiche
contese durante la Grande
Guerra.
Si arriva, quindi,
alle maestose tombe dei
generali tra le quali spicca
quella di Emanuele Filiberto
Duca d'Aosta. Alle spalle
delle tombe si elevano 22
gradoni che, in ordine
alfabetico, custodiscono le
spoglie dei 39857 soldati
identificati. Ogni loculo è
sormontato dalla scritta
"Presente". Al termine dei
gradoni ci sono due grandi
tombe coperte da lastre di
bronzo, che custodiscono i
resti di oltre 60 mila
soldati ignoti.
Lasciamo questo luogo che fa
riflettere sulla stupidità
delle guerre e proseguiamo
verso Trieste dove arriviamo
dopo circa 45 minuti. Prima
tappa il Castello di
Miramare (simbolo di
Trieste) che raggiungiamo
dopo aver percorso il
lungomare. Isolato fra il
mare ed il verde del suo
parco con il suo biancore
sembra un castello fatato.
Il castello venne fatto
costruire tra il 1856 ed il
1860 dall'arciduca
Massimiliano d'Asburgo per
la sua giovane sposa con
l’intento di farne la loro
dimora.
La visita al
castello è piacevole anche
per la sua fantastica
posizione a ridosso delle
scogliere. Purtroppo non
abbiamo potuto visitare gli
interni per via di Picasso.
Poi in albergo, il Residence
Liberty, centralissimo e con
alloggio comodissimo e
spazioso (3 notti € 270,00). Una volta
sistemati subito sul
lungomare e poi ci si apre
davanti la bellissima Piazza
dell'Unità d'Italia: la più
grande d'Europa che si trovi
di fronte al mare. Questa
meraviglia è circondata da imponenti
edifici (Palazzo della
Luogotenenza austriaca sede
della Prefettura, Palazzo Stratti con il famoso Caffè
degli Specchi, Palazzo
Modello, sede del
Municipio, Palazzo Pitteri,
il più antico della piazza,
l’albergo in Palazzo Vanoli,
e il Palazzo della Regione,
tranne che nel quarto lato,
rivolto appunto verso il
mare da dove invece si snoda
il Molo Audace.
E’ ora di cena (ristorante
da Angelina) poi passeggiata
notturna sul molo Audace e
in piazza dell’Unità con
gelato ai piedi della
Fontana dei Quattro
Continenti. Esperienza
magnifica perché di notte il
tutto acquista un fascino
maggiore.
Martedì 28 giugno
- Trieste |
Raggiungiamo a piedi piazza
Oberdan da dove prendiamo il
famoso e altro simbolo di
Trieste “Tram di Opicina”
che da 110 anni si arrampica
su una ripida pendenza fino
all’altezza di 348 metri
sulle alture del Carso, Per
questo motivo il tram, dopo
aver percorso la tratta
iniziale normalmente, viene
agganciato ad alcune motrici
che lo spingono (in salita)
o lo trattengono (in
discesa) seguendo il tratto
di funicolare.
Ci sono diversi punti
panoramici durante la salita
da cui vedere Trieste
dall’alto. Noi scendiamo
alla fermata dell’Obelisco
per godersi lo spettacolo
dell’Adriatico visto
dall’alto. Poi sempre con il
tram raggiungiamo Opicina
frazione di Trieste e dopo
una rapida visita torniamo,
stesso mezzo a Trieste.
Tornando Piazza Oberdan
incontriamo il Canal Grande.
Fu concepito come un canale
navigabile che permetteva
alle imbarcazioni di
arrivare fino al cuore della
città. Inizialmente era più
lungo, ora si interrompe
prima di arrivare alla
chiesa di Sant’Antonio
Nuovo
ed all’omonima piazza (c’era
il mercato e abbiamo
acquistato alcuni prodotti
tipici). Vicino il canal
grande c’è il bel Tempio
Serbo Ortodosso di San Spiridione. Proseguendo
direzione piazza dell’Unità
d’Italia vediamo Piazza
Verdi con il teatro lirico,
la Galleria Tergesteo e dopo
vari caffè e negozi
arriviamo alla Piazza della
Borsa da dove inizia l’isola
pedonale che arriva fino a
Piazza dell’Unità.
Poi a zonzo per la città,
prima all’isola pedonale (al
di là e al di qua di Corso
Italia) con sosta per un
prosecco e dopo visita ai
resti archeologici del
Teatro Romano e dell’Arco di
Riccardo.
Cena sempre da Angelina e
passeggiata serale per
digerire, con Picasso
stanchissimo e noi pure.
Mercoledì 29
giugno
- Trieste - Aquileia -
Grado - Trieste |
Al Dopo colazione lasciamo
Trieste e con l’autostrada
arriviamo, dopo poco meno di
1 ora, ad Aquileia definita
“La seconda Roma” e che
divenne una delle città più
grandi e importanti
dell’Impero romano. Oggi
Aquileia è uno dei siti
archeologici più noti del
nord d’Italia.
Iniziamo la visita dalla
grandiosa Basilica
patriarcale di Santa Maria
Assunta (patrimonio UNESCO
dal 1998) e culla del
Cristianesimo in Italia. La
Basilica è veramente bella:
spiccano i preziosi mosaici
che ricoprono l’intero
pavimento e decorano la
Cripta degli Scavi, che si
trova a sinistra
dell’ingresso principale. I
mosaici, realizzati con
minuscole tessere
multicolore e nere
raffigurano scene bibliche e
ritraggono ritratti,
animali, natura e scene
religiose.
Accanto alla Basilica
abbiamo visitato il
Battistero, che risale
sempre al IV secolo. Di
fianco invece si erge il
“campanile di Poppone” alto
ben 70 metri e da cui si può
ammirare un bel panorama.
Inoltre, a proposito di
“seconda Roma” c’è una
colonna con in cima la lupa
che allatta Romolo e Remo.
Poi ci siamo recati alla
zona archeologica per
visitare i resti del Foro
Romano, oggi sono visibili
una parte del colonnato e
dei portici e i pavimenti
del tribunale romano, e
della piazza.
Lasciamo Aquileia e ci
dirigiamo verso Grado
percorrendo la strada
regionale 352 e ci
ritroviamo a percorrere una
fettuccia molto particolare,
immersa nella laguna con
acqua da entrambe le parti
(sembra di essere a Key
West), molto suggestiva e
sicuramente da vedere. Dopo
circa 15 minuti arriviamo a
in questa città-isola, con i
suoi numerosi canali che la
attraversano. Passeggiamo
per il centro storico ricco
di monumenti e il suo bel
lungomare.
In tardo pomeriggio
rientriamo a Trieste e visto
che avevamo la macchina ne
abbiamo approfittato per
andare a visitare un altro
simbolo della città: la
cattedrale di San Giusto,
situata sull'omonimo colle
che domina la città (bella
la veduta).
Molto bella al suo interno
con mosaici bizantini ed
altre opere interessanti.
Tutta l'area di San Giusto è
particolare perché c'è il
Castello e il Parco della
Rimembranza.
A sera, dopo cena, solita
passeggiata e bella
passeggiata per l’isola
pedonale.
Giovedì 30 giugno
- Trieste -
Palmanova - Ferrara |
Lasciamo Trieste di buon’ora
e iniziamo il viaggio di
ritorno, Dopo circa un’ora
usciamo dall’autostrada per
visitare Palmanova: la città
stellata (per la sua pianta
poligonale a stella con 9
punte).
Entriamo in città da una
della porte Aquileia (una
delle tre porte realizzate
da Scamozzi, Cividale, Udine
e Aquileia), parcheggiamo e
raggiungiamo a piedi la
piazza principale della
città: Piazza Grande
esagonale e molto ampia. nel
suo centro si innalza un
basamento in pietra dove si
trova lo stendardo chiamato
Mario dai Palmarini e
soprannominato
semplicemente Mario dagli
abitanti della città.
Su questa piazza esagonale
si affacciano tutti gli
edifici più importanti di
Palmanova tra cui spicca Il
Duomo (1615-1636). Ci
mangiamo un bel gelato e
dopo, in macchina, facciamo
un giro esterno alla città
per vedere le altre porte
d’ingresso.
Riprendiamo l’autostrada per
proseguire il viaggio, ma
vediamo nel tragitto un
outlet. Ci fermiamo e ne
approfittiamo per fare
alcuni acquisti.
Ripartiamo e dopo poco più
di 2 ore arriviamo a Ferrara
ultima tappa della vacanza.
Ci sistemiamo all’Hotel
Touring a soli 50 metri dal
Castello Estense (2 notti €
161,00).
Iniziamo la visita della
città proprio dal Castello
Estense, il maestoso simbolo
di Ferrara con le sue
quattro torri circondate dal
fossato, i rossi mattoni di
cotto, le eleganti balaustre
bianche.
Poi ci incamminiamo
lungo il Corso Ercole d’Este
che secondo l’UNESCO è una
delle più belle vie del
mondo (per me è esagerato)
fino a raggiungere il
“Quadrivio degli Angeli”
dove tra gli altri palazzi
rinascimentali spicca il
famoso Palazzo dei Diamanti
così denominato grazie alle
piccole piramidine a forma
di diamante degli oltre
8.500 blocchi di marmo che
compongono le sue facciate:
bello, delusi però dal suo
chiostro tenuto in non
perfette condizioni.
Proseguiamo fino a
raggiungere Piazza Ariostea
(anticamente chiamata Piazza
Nuova, prende il nome da
Ludovico Ariosto la cui
statua è posta sulla colonna
centrale. Ha la forma ovale,
il piano ribassato ed è
famosa anche perché la
piazza del Palio).
Il caldo e niente di
interessante intorno a noi
fa si che la delusione
inizia a prenderci, quanto
all’improvviso passando
sotto un arco ci troviamo di
fronte qualcosa di
incantevole: la piazza della
Cattedrale delimitata dal
fronte della Cattedrale, dal
Palazzo della Ragione con la
Torre Aleotti, dalla Torre
della Vittoria e dal Palazzo
Municipale.
Subito a
sinistra invece si apre la
meravigliosa Piazza Trento e
Trieste con suo
caratteristico porticato
(situata a fianco della
Cattedrale è stata definita
il cuore pulsante della
città). Ci sediamo e
ordiniamo una birra per
rinfrescarci e goderci la
bellezza della piazza e il
via vai dei ferraresi. E qui
ci rendiamo conto perché
Ferrara è chiamata anche la
“città italiana delle
biciclette”, ne girano
tantissime.
Continuiamo la visita con la
Torre dei Ribelli, la Torre
dell’Orologio e la Piazza
del Municipio dominata dal
grandioso scalone d’onore.
Poi sulla strada verso il
Castello la piccola Piazza
con la Loggia dei Camerini
ed al centro il monumento a
fra’ Girolamo Savonarola.
Per cena proviamo, vicino il
castello, l’Osteria del
Postiglione: non proprio
economico ma veramente buoni
piatti (eccellente la
pasta fatta in casa).
Venerdì 1 luglio
- Ferrara -
Comacchio - Ferrara |
Decidiamo di visitare
Comacchio chiamata anche la
“piccola Venezia”, famosa
per le sue valli popolate di
anguille. Dopo circa 50 Km
arriviamo a destinazione in
mattinata.
Comacchio sorge sulla
terraferma lagunare della
parte estrema del Parco del
Delta del Po (dichiarato
Patrimonio dell'Umanità
dall'UNESCO) ed è separata
dal mare Adriatico da vaste
dune sabbiose. Le sue paludi
sono ricche e pescose.
Avendo Picasso con noi,
abbiamo rinunciato alla
visita con la barca sia
della cittadina che della
palude, quindi partendo
dalla torre campanaria del
Duomo e dopo aver fatto
colazione su una barca
ormeggiata su un canale
(caratteristico), ci siamo
incamminati ti tra i canali
di questa bella cittadina
lagunare.
Il vero emblema di Comacchio
è il Ponte Pallotta dal nome
del cardinale che nei primi
decenni del Seicento ne
ordinò la costruzione,
conosciuto anche con il nome
di Trepponti dalla sua
forma, praticamente un ponte
diviso in tre parti.
Le torrette di guardia,
aggiunte successivamente,
testimoniano inoltre l'uso
militare che veniva fatto
del ponte, praticamente era
la porta fortificata della
città.
Sotto di esso si dipartono
i canali che attraversano e
circondano la città; il
Sant’Agostino, quello di
Borgo, il canale di San
Pietro e della Salara. Tra i
tanti altri ponti spiccano
il Ponte di San Pietro e il
Ponte degli Sbirri.
Altri siti di interesse sono
l’Antica Pescheria con la
pittoresca piazzetta,
l’Antico Ospedale degli
Infermi, l’ottocentesco
Palazzo Bellini, Santuario
di Santa Maria in Aula
Regia, l'antica Cattedrale
di San Cassiano, il Palazzo
Vescovile, la Loggia del
Grano, la torre
dell’orologio e
assolutamente da non perdere
il Loggiato dei Cappuccini,
il più lungo d’Italia.
Lasciato Comacchio abbiamo
visitato la vicina (20 Km
circa) abbazia di Pomposa
uno dei più importanti
complessi religiosi
d'Italia, circondato da un
bellissimo parco,
perfettamente conservato e
icona per eccellenza di arte
Romanica.
Il complesso è articolato in
tre nuclei essenziali: la
chiesa, preceduta da un
elegante atrio e con accanto
il maestoso campanile, il
monastero ed il palazzo
della Ragione.
Pagato il biglietto (€ 3,00)
iniziamo la visita
all’interno del complesso
iniziando dal Palazzo della
Regione proseguendo girando
in tondo al cortile con il
Refettorio, con tre
affreschi ben conservati che
rappresentano, da sinistra,
l’Ultima Cena, Cristo in
trono con la Vergine, San
Giovanni Battista e i Santi
Benedetto e Guido, e a
destra il Miracolo di San
Guido. Poi il Museo
pomposiano (con diversi
reperti) e la Sala
Capitolare affrescata nel
XIV secolo con una
Crocifissione, i ritratti di
San Benedetto e di San
Guido.
Finiamo con la strepitosa
chiesa di Santa Maria,
preceduta da un portico
riccamente decorato
l'interno della chiesa è a
tre navate con stupendi
affreschi trecenteschi. Di
grandissimo pregio è il
pavimento ricoperto da
mosaici.
Da dire, infine, che siamo
stati piacevolmente colpiti
dal fatto che siano state
tenute a sufficientemente
distanti le attività
commerciali a differenza di
molti altri siti.
Terminata la visita torniamo
a Ferrara e dopo un
rilassante aperitivo in
piazza, di nuovo cena al
Postiglione… ancora
un’ottima cena.
Sabato 2 luglio
- Ferrara - Roma |
Si parte in prima mattina e
si arriva a Roma in
pomeriggio. Fine della
vacanza. |